Dedicata a Francesco Trombadori “L’essenziale verità delle cose”

Si tiene a Roma presso la Galleria d’Arte Moderna sino all’11 febbraio 2018 la mostra intitolata L’essenziale verità delle cose dedicata a Francesco Trombadori (Siracusa 1886 – Roma 1961). Sessanta tele (realizzate tra il 1915 e il 1961) provenienti da importanti collezioni pubbliche e private di tutta Italia, venticinque disegni, libri, cataloghi di mostre e articoli di giornale provenienti dall’Archivio dell’artista, custodito nel suo studio a Villa Strohl-Fern, per raccontare il rapporto del pittore con i luoghi di Roma che amò e dipinse sin dai primi anni del Novecento. L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e curata da Giovanna Caterina De Feo dell’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern e dalla Sovrintendenza Capitolina, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

Roma fonte di ispirazione

Francesco TrombadoriPer l’artista Roma è fonte di ispirazione per molti dipinti, ma soprattutto luogo di aggregazione in cui insieme a scrittori, critici ed artisti partecipare all’intenso dibattito artistico e culturale, dando impulso alla creazione di mostre d’arte e a riviste d’arte e di cultura. Il pittore prende parte attiva al dibattito artistico nazionale sin dagli esordi nel vivace ambiente della cosiddetta Terza Saletta del Caffè Aragno, nel primo decennio del XX secolo, dove l’artista si avvicina al formativo ambiente de “Il Convito”, la rivista d’arte e letteratura fondata da Adolfo De Bosis con Gabriele d’Annunzio e Angelo Conti. Nella prima sezione dell’esposizione si possono ammirare le opere “Siracusa mia!” (1919), considerata il punto di arrivo del periodo “divisionista”, “Il Viale di Villa Strohl-Fern” (1919 circa), che apre alla nuova fase nella pittura di Trombadori e “Alberi controluce” (1920), un raro dipinto di stampo simbolista. La seconda sezione della mostra è incentrata sulle opere dipinte all’indomani della Prima Guerra Mondiale. In questo periodo Trombadori è vicino all’ambiente di “Valori Plastici”, la rivista fondata da Mario Broglio e avvia una profonda riflessione sull’antico in rapporto dialettico con le istanze dell’avanguardia e della tradizione. Sono di questi anni i suoi ritratti, nudi e nature morte, quali, ad esempio, la “Natura morta con piatto olandese e frutta” (1922, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), la “Natura morta con i limoni”, (1923) già in collezione Ugo Ojetti, la “Natura morta con i cavoli” (1925) esposta alla Prima mostra del Novecento italiano nel 1926 e la bellissima “Fanciulla Nuda” (1929) in mostra. Trombadori inizia così un’intensa attività espositiva e diversi suoi quadri vengono acquistati dal Comune di Roma ed entrano a far parte delle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale.

Negli anni Trenta prosegue l’ininterrotto rapporto con la città che si approfondisce nel contatto con la rivista “Circoli” (1931- 1939) fondata dal poeta Adriano Grande, per cui scrive come critico d’arte, i cui collaboratori sono Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Giacomo Debenedetti, Giuseppe Ungaretti, Marcello Gallian, Alberto Savinio, Umberto Saba, Romano Bilenchi e Rosso di San Secondo. In questo periodo dipinge la “Natura morta con i cavoli rossi, boccale e tela” (1937, Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale) e l’altra bellissima “Fanciulla nuda” (1934, Collezione della Civica Galleria d’Arte Moderna, Palermo). La mostra prosegue con un accenno al decennio 1940-1950, tra guerra e ricostruzione, con il quadro “Lo sbarco del pilota ferito” (1942, Studio Francesco Trombadori, Villa Strohl-Fern) e “La fabbrica” (1950, Galleria del Premio Suzzara, Mantova) che in quest’occasione torna nella città in cui venne dipinto dopo più di mezzo secolo.

Il percorso espositivo si conclude con i dipinti dal 1950 al 1961. In questi anni i luoghi d’incontro sono il Caffè Greco o Rosati a Piazza del Popolo e Trombadori dipinge prevalentemente paesaggi quasi tutti dedicati a Roma, scorci immersi in un’atmosfera deserta e lunare: i “paesaggi del silenzio”. Tra questi si segnala il rimarchevole “Colosseo” (1958, Galleria d’Arte Moderna di Roma), “Piazza del Popolo” (1959, Studio Francesco Trombadori, Villa Strohl-Fern) e il “Campidoglio” (1960). Ogni sezione della mostra è corredata dal ricco patrimonio documentario proveniente dall’Archivio dell’Artista a Villa Strohl-Fern, oggi Casa Museo, con cui si intende illustrare anche l’importante attività di critico che Trombadori svolse, dagli anni Venti, scrivendo per diverse testate nazionali.