Il cinghiale aggredisce l’uomo e danneggia le coltivazioni, Parentela (M5s): l’immobilismo del presidente della Calabria Oliverio di fronte al problema

I danni che continuamente provoca il cinghiale sia all’uomo ( aggressioni alcune volte mortali) sia all’ambiente (distruzioni di piantagioni in genere) rappresentano la giustificata reazione dei cittadini che vorrebbero un concreto interessamento da parte della Regione Calabria per la soluzione del problema. Il ritardo che si evidenzia da parte del presidente Mario Oliverio nel mettere in essere una valida soluzione, ha costretto il parlamentare del M5s, Paolo Parentela, ad interrogare il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, Gian Luca Galletti. “È un grosso problema della Calabria la pervasività e pericolosità dei cinghiali in politica come nei boschi” lo afferma, in una nota, il deputato Parentela, che aggiunge: “Evidentemente, mi passi la battuta, il governatore Oliverio considera sempre i cinghiali come sacri, anche se la loro convivenza con specie minacciate richiede un serio monitoraggio sanitario”. “Soprattutto – continua il parlamentare – nella legge regionale numero 26/2013 è stato aggiunto un comma che permette al Piano faunistico–venatorio regionale, anche se scaduto, di conservare l’efficacia sino all’approvazione del nuovo. Con questa modifica normativa la Regione Calabria non aggiorna il proprio Piano dal 2003, incidendo in modo negativo sui livelli minimi di tutela dell’ambiente, materia riservata allo Stato”. “Il nuovo collegato ambientale – prosegue Parentela – prevede il divieto di immissione di cinghiali su tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle aziende faunistico-venatorie od agrituristico-venatorie. Per questo, stante il solito, imperdonabile immobilismo del governatore Oliverio, ho già interrogato il Ministro dell’ambiente, chiedendogli se non ritenga opportuno intervenire affinché la Regione Calabria aggiorni il Piano faunistico-venatorio al fine di scongiurare l’emergenza cinghiali che sta arrecando ingenti danni alle coltivazioni ed evitarlo, nel contempo che l’inosservanza delle norme comunitarie possa comportare l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, con conseguente danno erariale”.