La medicina del lavoro: cos’è e perché riguarda tutte le aziende

Non c’è azienda, nelle grandi città come nei più piccoli comuni, che possa tralasciare l’argomento fondamentale della medicina del lavoro. Oggi che anche la legislazione finalmente dà alla salute dei lavoratori l’attenzione dovuta, occuparsene in maniera approfondita è anche obbligatorio, oltre che corretto nei confronti dei lavoratori; eppure, soprattutto fuori dalle città più grandi, sono numerose le aziende nelle quali ancora non c’è chiarezza.  Ci siamo fatti spiegare i punti salienti della medicina del lavoro dagli specialisti di GMS, un’azienda di Milano che offre questi servizi da anni.

Conviene partire da una definizione. Cosa intendiamo, quando parliamo di medicina del lavoro?

Si tratta di una delle domande più comuni, e in effetti dedichiamo alla questione molto spazio anche sul nostro sito. La medicina  del lavoro è quella branca della scienza medica che si occupa di malattie professionali, per prevenirle, diagnosticarle e curarle. Per malattia professionale si intende un qualsiasi disturbo, malattia, o stato di cattiva salute direttamente dipendente dal contatto con agenti patogeni o dannosi presenti sul luogo di lavoro, il che può voler dire agenti chimici (come i reagenti usati in molti settori produttivi), agenti fisici (temperature molto alte o molto basse, oppure radiazioni) o anche particolati pericolosi (come le polveri che si generano nella lavorazione di molti materiali tossici. Il medico del lavoro è proprio lo specialista che riunisce tutte queste competenze.

E quindi, in sostanza, cosa deve fare il medico del lavoro?

medicina del lavoroIl medico del lavoro – che legalmente si definisce, nel momento in cui prende il mandato di occuparsi di medicina del lavoro per un’azienda, medico competente – deve innanzitutto avere una specializzazione precisa: può essere, appunto, in medicina del lavoro, oppure in igiene e medicina preventiva. Talvolta il medico competente può anche essere specializzato in medicina legale e delle assicurazioni. In ogni casto, questo medico deve poter identificare subito l’insorgenza delle malattie professionali (come spiegavamo) nei lavoratori, e lo fa tramite tre diversi tipi di azione:

  1. Il sopralluogo, durante il quale il medico del lavoro visita l’azienda e valuta la presenza di rischi particolari per la salute dei lavoratori;
  2. La stesura e la revisione del DVR, un documento che elenca sia i rischi identificati in fase di sopralluogo, sia le necessarie precauzioni in merito;
  3. E la visita sanitaria periodica, che in base ai protocolli sanitari deve essere somministrata a tutti i dipendenti. Questa permette di monitorarne lo stato di salute, e quindi rende possibili interventi tempestivi qualora siano necessari.

Quali sono questi “protocolli sanitari”di cui stiamo parlando?

In medicina del lavoro, i protocolli sanitari sono tutti gli accertamenti che il medico competente ritiene necessari per tenere monitorata la salute dei lavoratori in rapporto alle specifiche minacce presenti nell’ambiente di lavoro di una determinata azienda, come rilevate durante il sopralluogo. Il DVR deve elencarli tutti, con la relativa periodicità; inoltre è diritto del medico del lavoro effettuare qualsiasi altro esame o accertamento le situazioni rendano necessario, di caso in caso.