Choc a Solza, nella rete dei pedofili anche don Diego Rota

preteC’è grande sgomento e incredulità a Solza alla notizia del coinvolgimento di don Diego Rota nella retata anti pedofilia compiuta in Lombardia. “Le gravi accuse di cui è imputato suscitano nel Vescovo e nella nostra comunità diocesana stupore, sgomento e profondo dolore”. Lo scrive la Curia di Bergamo dopo la notizia dell’inchiesta che coinvolge anche don Diego Rota, che prestava il suo servizio a Solza posto ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia che ha portato a 11 arresti per prostituzione minorile.

“Desideriamo manifestare la nostra vicinanza a coloro che stanno soffrendo per questa vicenda senza dimenticare nessuno – si legge nella nota della Curia -. A seguito dei provvedimenti restrittivi messi in atto, riteniamo di dover nominare un amministratore parrocchiale per garantire il servizio alla comunità parrocchiale di Solza. Siamo consapevoli che situazioni di questo genere creano turbamento in molti e vogliamo con tutto il cuore che la verità e la giustizia si affermino, confidando nell’opera di coloro che sono chiamati a garantirle. Sono molti i motivi che inducono la comunità credente ad una preghiera più intensa, alla quale ci disponiamo in questo momento”.

La rete di pedofili è stata sgominata dalle forze dell’ordine per ordine della Procura della Repubblica di Brescia. L’operazione coinvolge le province di Brescia, Bergamo, Milano, Monza e Brianza, Pavia e Parma.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Brescia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio del giudice per le indagini preliminari del Tribunale ordinario di Brescia nei confronti di 11 persone – tra cui un prete, un agente di polizia locale, un allenatore di una squadra di calcio giovanile – indagati per prostituzione minorile continuata.

L’indagine – si apprende da un comunicato – avviata nel mese di agosto ha consentito di identificare quattro minorenni di sesso maschile, tra i 16 ed i 17 anni, i quali, prevalentemente attraverso contatti acquisiti sul social network dedicato ad incontri online, organizzavano approcci con uomini consapevoli della minore età dei giovani, cui offrivano prestazioni sessuali dietro corrispettivo di denaro ovvero regalie di varia natura. Ricostruiti numerosissimi episodi di rapporti a pagamento di adulti con minorenni consumati sia a bordo di auto presso parcheggi di centri commerciali e di luoghi di intrattenimento sia presso le abitazioni di alcuni degli indagati.