Potenza è patrimonio della Basilicata

“Potenza, città che è patrimonio di chi la abita e dell’intera regione, punto di riferimento amministrativo per l’intera regione, deve essere gestita al meglio da quei dirigenti che ne devono valorizzare la storia, le tradizioni, i monumenti e l’archeologia. Ma, purtroppo, questo è un punto dolente”: questo quanto sostiene il capogruppo in Consiglio comunale del Movimento 5 Stelle, Savino Giannizzari. “Dalle antiche tradizioni Potenza, capoluogo di un’antica regione, viene ancora una volta bistrattata dalle stesse istituzioni regionali. Il sentore che ciò dovesse avvenire i 5 Stelle al Comune di Potenza lo avevano già avuto. Ed ecco che nei giorni scorsi è montata la polemica da più parti. Non è un caso che abbia chiesto proprio prima dell’estate lumi alla Sopraintendenza ai Beni monumentali in merito all’esistenza di una mappa dei beni nel territorio potentino. Mentre la Sopraintendenza ai Beni archeologici ha avuto una sua attenzione diversa sui siti d’interesse presenti nel potentino, la stessa cosa non è definibile per quelli monumentali. E per questo, per i 5 Stelle, sarebbe il caso che l’Amministrazione comunale si attivasse in tempo utile con una seria programmazione a lunga scadenza. Potenza non può rimanere esclusivamente all’ombra dei grandi attrattori culturali e turistici regionali. Dovendosi accontentare delle briciole del turismo di passaggio per giunta senza né arte e né parte. Non si può arrivare agli appuntamenti regionali con le migliaia di visitatori che finalmente visitano la nostra regione con un pacchetto turistico culturale fermo agli stereotipi degli anni ‘80, con oleografie ormai datate, per le quali non s’intravede un indirizzo programmatico; basta sfogliare alcune brochure dell’Apt Basilicata per rendersi conto di quante poche pagine sono dedicate alla città di Potenza e quale attrattore turistico viene pubblicizzato. Potenza rivendica il suo ruolo nel panorama culturale e monumentale sapendo che non possono essere gli eventi organizzati dalle tante associazioni presenti sul territorio lo strumento per intercettare un turismo interregionale. Quello del mordi e fuggi o quello che può riempire il centro storico per una o due sere senza lasciare nulla se non uno svago temporaneo non è né produttivo né identitario della lunga storia e cultura della città. E’ necessario costituire un tavolo tecnico aperto tra la Soprintendenza Belle arti e Paesaggio, la Soprintendenza Archeologica della Basilicata e le istituzioni Comunali per arrivare ad avere una mappatura delle aree archeologiche sia sottoposte a vincolo sia quelle ancora non riconosciute con il decreto di vincolo, ma che hanno dato luogo a nuovi ritrovamenti ricadenti d’interesse culturale nel territorio di Potenza, a partire dalla mappatura di chiese, palazzi e monumenti architettonici. Un segnale chiaro dello stato delle cose lo ha dato la risposta della Soprintendenza delle Belle Arti e Paesaggio della Basilicata che ha inoltrato al portavoce Giannizzari, che ha chiesto l’elenco dei beni monumentali ricadenti nel territorio di Potenza, una risposta singolare: invitandolo a visionare il loro sito per avere l’elenco completo degli edifici vincolati di tutto il territorio regionale. Di quale programmazione si può parlare se alla richiesta ufficiale di un consigliere comunale, l’ente interpellato rimanda a un link. Verrebbe da dire che questa è superficialità e se sia stata adottata anche nel caso della struttura per l’uscita di emergenza dal parcheggio interrato in largo B. Bonaventura, regolarmente autorizzata davanti alla fontana e alla Porta San Luca. A oggi l’opera realizzata è ancora lì in tutto il suo ‘splendore’; peccato però che la presenza di quelle strutture storiche e monumentali rischino di deturparne la fattura dal carattere postmoderno industriale. Altro tenore di risposta invece ho ricevuto dalla Soprintendenza Archeologia della Basilicata. Infatti la Soprintendente ha trasmesso un elenco dettagliato di siti archeologici sconosciuti a molti ma di grande rilevanza culturale, che potrebbero divenire dei grandi attrattori per migliaia di turisti. Noi vorremmo che questi siti fossero fruibili per tutti, partendo da una decente cartellonistica ma, soprattutto, facendo rete con gli

altri Enti preposti alla promozione del territorio, in questo contesto trova una sua collocazione anche l’Università degli Studi della Basilicata, infatti, tramite la facoltà di archeologia si potrebbero

attivare campagne di scavo tali da rendere i siti sempre più interessanti per l’intera collettività e per quella fetta di turismo che apprezzano le bellezze monumentali” conclude Giannizzari.