Francesca Prestia chiude il Paleariza domenica con un concerto in lingua grecanica

Francesca Prestia e Vecchione al Musicultura

La cantastorie Francesca Prestia chiuderà il Paleariza. Si tratta dell’unico concerto interamente dedicato alla lingua calabro greca. Domenica alle ore 22.30, l’appuntamento nel suggestivo scenario di Pentadattilo. Ad aprire lo spettacolo, un viaggio nella bellezza, nella storia e nelle tradizioni della Calabria, i versi del poeta Salvino Nucera “Oh ìgghio cheràmeno!” (oh sole felice).

 

Il festival  “Paleariza” 2015 (diciottesima edizione), sarà suggellato  dall’unico concerto in lingua grecanica. Protagonista la voce e la musica della cantastorie Francesca Prestia, reduce dal successo a Musicultura 2015 allo Sferistereo di Macerata dopo l’esibizione con il grande cantautore Roberto Vecchioni, ospite nella serata finale di domenica 21 giugno.  Insieme hanno fatto risuonare le sonorità antiche della lingua calabrogreca sulle note di un brano del Cantico dei cantici, I Agapi pirìa tu Thiù (L’amore è vampa divina)  tradotto in grecanico dal poeta Salvino Nucera. Ed è proprio sui testi di questo poeta, nato a Chorio di Roghudi, che la cantastorie farà sentire la sua voce nella serata finale, che si svolgerà domenica (ore 22.30) nel suggestivo scenario di Pentadattilo . Ad aprire il concerto i versi di “Oh ìgghio cheràmeno!” (oh sole felice) al ritmo di tarantella. Sarà un prologo a “canti e cunti” che esalteranno le bellezze, la storia e le tradizioni della Calabria. Potranno essere rivisitate attraverso una emozionante esperienza culturale e musicale nell’idioma che fu dei fondatori della Magna Grecia. L’anima più autentica e profonda di questa terra, potrà così trasumanare. Ritornare all’origine significa anche riscoprire quella memoria che ha fatto partorire i versi del poeta Salvino Nucera, interprete di un’opera archeologica e antropologica di recupero e di riscoperta. In quest’opera di scavo si colloca il lavoro e l’impegno di Francesca Prestia, unica donna cantastorie calabrese, che da diversi anni porta avanti questo filone sia come artista e musicista che come ricercatrice, tessendo i fili con la spola del canto e delle parole nella trama del destino che hanno vissuto le passate generazioni, ma anche il futuro che dovranno interpretare le nuove generazioni anche loro costretti a lasciare la Calabria e a sradicarsi dalla propria cultura. Si tratta di quell’antica vocazione del canto – e dell’arte in genere – che affonda le radici nella concezione estetica della Grecia classica, in cui l’arte deve partorire valori condivisi. Il concetto di bellezza deve essere coniugato con quello di bene come impegno etico-estetico: solo così l’atto creativo diventa il risultato di una ispirazione e tensione emotiva che trova la fonte nella sfera sacra (le Muse), a cui attinge l’identità collettiva (mito e archetipo) come intuizione e ricreazione vivificante di nuove esperienze in grado di elevare lo spirito e di donare alla parola e a tutte le altre creazioni simboliche, una forza maieutica e profetica. I luoghi e le persone che hanno impresso la loro vicenda umana ed esistenziale, fanno sentire la loro anima, il genius loci, così come ha saputo captare la sensibilità artistica di Roberto Vecchioni (cultore della tradizione classica greca) nella importante intervista rilasciata alla Rai subito dopo l’esibizione con Francesca Prestia.

Compagni di viaggio nel tempo e nella storia, in questo suggestivo scenario saranno, i suoi musicisti Salvatore Familiari (chitarra battente e classica), Vittorio Romeo (fisarmonica), Federica Santoro  (lira calabrese e violoncello), Manuela Romeo (voce), Francesco Marrara (zampogna, fischiotti e pipite), Danilo Scopelliti (percussioni e tamburello).

Il festival “Paleariza” (nato nel 1997) interessa diversi territori dell’Area Grecanica. Costituisce oramai un appuntamento nazionale per appassionati, turisti, curiosi e studiosi del territorio e della cultura della Calabria Greca. La formula che ha reso famoso il Festival è confermata anche nella edizione del 2015: gli eventi e i concerti sono impaginati secondo un percorso di visita che punta la sua attenzione sopratutto verso le aree interne e gli antichi borghi dell’entroterra. Paleariza è un marcatore d’area, una occasione per leggere un intero territorio, un invito a un turismo culturale come speranza di incontro e di crescita per un territorio intero. Nel 2011 il Paleariza è stato premiato dal Ministero del Turismo con il marchio “Patrimonio d’Italia” dedicato alle manifestazioni culturali che contribuiscono a valorizzare l’immagine dell’Italia e a generare nuovi flussi turistici. Il Premio speciale è stato attribuito al Paleariza quale manifestazione della tradizione italiana (unica manifestazione della tradizione italiana in Calabria) che si è maggiormente distinta per la capacità di mantenere vivo il folclore del proprio territorio, rinnovando le rappresentazioni tradizionali ed adeguandole al mutamento dei tempi.