In scena Darling. Ipotesi per un’Orestea di Ricci/Forte il 6 febbraio all’Astra

Amatissimi e odiatissimi, provocatori e trasgressivi fino al sadomaso, spesso etichettati come “teatro omosessuale” e accusati di essere violenti, eccessivi, scioccanti, trash: sono i Ricci / Forte, uno dei maggiori fenomeni del teatro contemporaneo italiano di questi anni, che venerdì 6 febbraio (ore 21) saranno per la prima volta a Vicenza per presentare al Teatro Astra il loro nuovo spettacolo dal titolo “Darling. Ipotesi per un’Orestea”. L’evento è il secondo appuntamento di “Classico Contemporaneo”, il progetto del Comune di Vicenza organizzato da La Piccionaia per ampliare la discussione e il confronto sul tema del contemporaneo: spettacoli, residenze e workshop che costituiranno un’ulteriore tappa del percorso di apertura verso i nuovi linguaggi e di approfondimento del rapporto tra classico e contemporaneo, che in questi anni ha avuto come nucleo il Teatro Olimpico grazie al rinnovato Ciclo di Spettacoli Classici e al Laboratorio Olimpico. L’evento è inoltre parte della rassegna “Terrestri 14/15” curata da La Piccionaia Teatro Stabile di Innovazione per il Comune di Vicenza con il sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven e Askoll. Lo spunto è nella trilogia tragica che, nell’Atene del 458 a. C., valse a Eschilo la vittoria alle Grandi Dionisie e che racconta la saga degli Atridi: il ritorno di Agamennone dalla guerra di Troia, il suo omicidio per mano della moglie Clitemnestra e del di lei amante Egisto, la vendetta del figlio Oreste sugli assassini di suo padre, la persecuzione delle Erinni contro il matricida. “Darling”: affetti di superficie, appunto. Ma, come sempre quando Stefano Ricci e Gianni Forte affrontano un classico, questo diventa il punto di partenza per parlare del presente: così, nelle mani dei due drammaturghi romani le vicende degli Atridi diventano punto di osservazione per aggredire la realtà raccontare il nostro tempo: “Il dramma oggi è la sensazione di sentirsi rifiutati da un contesto sociale – spiegano. – È la crisi che attraversiamo, l’inconsapevolezza e la degenerazione autodistruttiva, le impossibili speranze, la falsa morale e, paradosso estremo, quel bisogno di etica di cui parlava proprio Hannah Arendt. Eterni precari senza futuro, siamo una moltitudine si solitudini.” È un Eschilo rimaneggiato per dare voce alle esistenze di un’intera generazione, quella dei quarantenni di oggi, con i suoi sogni non realizzati e le ferite che lasciano i continui compromessi. E, sotto al nichilismo e alla disperazione, una bruciante voglia di vita. In scena, dentro ad un enorme container come i sopravvissuti ad un terremoto, i quattro performer diretti da Stefano Ricci: Anna Gualdo e Giuseppe Sartori, presenze storiche dell’ensemble, a cui si aggiungono Piersten Leirom ed il giovane attore belga Gabriel Da Costa. “Immagina che uno tsunami spazzi via un’intera civiltà – spiegano Ricci/Forte – . Immagina che si debba ricostruire una dignità umana tra le macerie. Immagina che il sangue, privato delle regole sociali, restituisca, oltre alla barbarie animalesca, anche quel senso primordiale etico che avevamo dimenticato. Tutto questo in Eschilo c’è. Noi partiamo dalla fine, dalla distruzione di quell’ordine, dallo sperdimento di una comunità: qualcosa che ci pare vicino al nostro sentimento presente, specie in Italia. Noi siamo i sopravvissuti, e ‘Darling’ è un’indagine dopo la catastrofe. Non esiste più un posto sicuro dove nascondersi, né uno Stato in grado di tutelare il senso della giustizia. Tutto è smembrato, perduto, devastato dalle acque del qualunquismo. Ma forse, sotto le macerie, l’uomo può rintracciare una fibra più autentica”. Scenografie di Francesco Ghisu, costumi di Gianluca Falaschi e movimenti di Marco Angelilli per uno spettacolo che, lungi dall’essere una narrazione classica, è piuttosto un cortocircuito tra Eschilo, la Arendt, Gregory Crewdson, Edward Hopper, Antonin Artaud e i Led Zeppelin. Un lavoro caratterizzato, come i precedenti, da un forte impatto visivo e da un linguaggio visionario che non si fa scrupolo di saltare dal teatro al reality, dalla performance alla canzonetta, in un misto di poesia e cultura massmediatica, corpi nudi e tacchi a spillo. Un linguaggio che è valso ai Ricci/Forte un successo di scala europea, dalla Spagna al Belgio, dalla Francia, dove sono di casa, a Mosca dove sono stati voluti con il loro “100% Furioso” da Ludovico Ariosto, fino alla prestigiosa École des Maîtres fondata da Franco Quadri, che li ha scelti “maestri” dell’edizione 2014. I biglietti sono in vendita al costo di 14 euro l’intero e 12 euro il ridotto. Ancora disponibili gli abbonamenti a 5 spettacoli a scelta libera (intero 60 euro, ridotto 50 euro). Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725,[email protected], www.teatroastra.it.