Gioia Tauro, omicidio Brandimarte la sua famiglia è stata coinvolta nella faida con i Priolo

La vittima era considerata un esponente di spicco dell’omonima famiglia. Michele Brandimarte aveva precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga e altri reati. La sua famiglia è stata coinvolta, negli anni scorsi, in una faida con i Priolo, altra famiglia imparentata con i Piromalli.

Lo scontro andato avanti per alcuni anni ha provocato cinque morti e un ferito grave, Giuseppe Brandimarte, fratello della vittima attuale. La faida ebbe inizio nel 2011 con l’uccisione di Vincenzo Priolo, 29 anni, da parte di Vincenzo Perri, 28 anni, nipote di Brandimarte, cui seguì, sempre nello stesso anno, il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, fratello di Michele.

Nel dicembre 2012, in pieno centro a Gioia Tauro, venne ucciso Giuseppe Priolo, 52 anni, zio di Vincenzo e, successivamente, a gennaio 2013 si verificò l’omicidio di Vincenzo Bagalà, 22 anni, amico di Vincenzo Priolo.

Due fratelli di Brandimarte, Antonio e Alfonso, vennero arrestati l’estate scorsa nell’ambito dell’operazione “Puerto liberado” condotta dalla Guardia di Finanza con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria e che ha portato alla luce l’esistenza di un gruppo dedito all’importazione di cocaina dal Sudamerica attraverso il porto di Gioia Tauro.

Sull’omicidio ha aperto un’inchiesta la Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, con il sostituto Valentina Sincero. Indagini sono in corso sulla presenza di Michele Brandimarte a Vittoria, dove non risulta abbia preso un albergo. In nottata si è costituito il presunto killer.