Roma, agguato a Giuseppe Restuccia potrebbe essere un regolamento di conti

Il tentato omicidio è avvenuto mercoledì scorso, in pieno giorno. Due sicari fanno fuoco nel quartiere centrale di San Lorenzo, su un tratto di via dei Falisci. Giuseppe Restuccia, siciliano di 51 anni, pregiudicato per mafia, ha intuito tutto pochi secondi prima e ha tentato la fuga.

Secondo un pentito e le inchieste, Giuseppe Restuccia avrebbe frequentato gli ambienti contigui a quelli di altri boss fra cui quello di Michele Senese, il camorrista che pochi giorni fa è stato condannato all’ergastolo. Il suo nome spunta anche su un troncone d’indagine della squadra mobile. Proprio Senese, lo scorso anno tornò in carcere dopo il soggiorno dorato in una clinica sulla Nomentana. Gli agenti arrestarono una decina di persone fra le quali il responsabile della clinica e periti corrotti. In manette finisce anche l’avvocato del boss Senese accusato di far parte della ”cricca”. Anche in questo caso spunta Giuseppe Restuccia, l’uomo ferito in un agguato. Il presunto mafioso avrebbe pagato la ”cricca” per ottenere i falsi certificati medici per evitare il carcere proprio come il boss della camorra.

Un quadro che fa da sfondo alla sparatoria avvenuta a San Lorenzo. L’ultima in ordine di tempo. La settimana scorsa, a La Pisana, è stato ucciso con un colpo alla nuca Fabio Farre, un pregiudicato romano anche lui con un passato da rapinatore negli anni ’90.