Camera del Lavoro Cgil Avigliano su Sblocca Italia

Il direttivo della Camera del lavoro Cgil di Avigliano, considerato il grande fermento seguito all’approvazione del Governo del Decreto “Sblocca Italia” e di fronte alle preoccupazioni della popolazione riguardo all’art. 38, che – ancor prima che in termini politici – giuridicamente rischia di rappresentare una forzatura anticipando di fatto una riforma costituzionale che modifica il vigente Titolo V della Costituzione, rende noto di aver chiesto all’amministrazione di Avigliano quale sia la propria posizione in merito alla nuova norma.

“Una serie di Comuni dell’hinterland si sono affrettati a convocare consigli comunali aperti e a deliberare ordini del giorno. Nella cittadina dei giuristi, a parte le prese di posizione di tre consiglieri, tutto tace.

Eppure incombe sul vasto territorio aviglianese una richiesta di attività di screening denominata “Frusci”, che interesserà una superficie di 237 Kmq ricadente nel territorio di 10 comuni in percentuali molto diverse tra loro: Baragiano, San Fele e Pignola 1%, Atella 2%, Bella 3%, Pietragalla 5%, Ruoti 9%, Filiano 13%, Potenza 32% e Avigliano 33%. «Non abbiamo – disse il sindaco nel 2012 a proposito delle procedure di via chieste dall’Eni – alcuna preclusione preconcetta, ma vogliamo essere coinvolti come territori, capire prima di dare giudizi ed avere interlocuzioni con l’Eni. Siamo lontani dalle estrazioni ed i nostri passaggi sono ora solo propedeutici, perché vogliamo avere un atteggiamento serio, responsabile e consapevole».

Cosa succederà ora del coinvolgimento dei territori con il nuovo articolo 38?

Questa CdL non vuole aprire una discussione astratta pro o contro il petrolio, ma, considerato il forte impatto sul territorio delle estrazioni dell’oro nero per l’ambiente e la salute in primo luogo, ma anche per l’economia della regione, chiede se sia giusto sottrarre questa attività ad ogni forma di leale collaborazione tra Stato Centrale ed Enti locali.

La posizione della Cgil sul tema è chiara e, come ha affermato qualche giorno fa il segretario generale della Cgil Basilicata, Alessandro Genovesi, «se in termini “sindacali” e sociali la versione finale del Decreto Sblocca Italia per la parte dei benefici economici segna oggettivi avanzamenti, consegnandoci risorse che eviteranno il rischio di una sempre maggiore marginalità economica e politica della Basilicata, ossia più crisi, più disoccupazione e più problemi», in materia di articolo 38 la discussione deve proseguire perchè permane un problema evidente: non si può imporre con la forza nessuna scelta senza la condivisione e la partecipazione democratica delle popolazioni interessate.

Per la Cgil «il destino di un Paese – come affermava Luciano Lama – o è destino comune o non è». Nelle fasi di crisi l’unica via per evitare fratture politiche e sociali, tra generazioni e territori sta nella partecipazione, nel confronto, nel rispetto degli interessi diversi e tutti legittimi, nel consenso cioè dei cittadini e dei lavoratori intorno ad un equilibrio politico più avanzato. Questa è la funzione nobile della politica, questa è l’essenza vera della parola trattativa.

La sovranità, il rivendicare collaborazione e corretto rapporto tra istituzioni ed interessi non è, per la nostra Organizzazione tema da tribunali, ma questione che riguarda la funzione propria dei Governi, di quelle organizzazioni collettive e di quegli amministratori locali che tutti i giorni devono fare i conti con le contraddizioni del rapporto petrolio-ambiente-sviluppo sul proprio territorio e vorrebbero esercitare un ruolo. In particolare, Titolo V o non Titolo V, come Cgil ribadiamo il senso di responsabilità di contribuire alla “Strategia energetica nazionale” con il passaggio dagli attuali 80/85 mila barili già estratti ai circa 160 mila previsti dalle autorizzazioni già concesse (45 mila per l’Eni e 50 per Tempa Rossa), rivendicando il massimo di controllo, tutela e monitoraggio ambientale a prescindere dalla quantità estratta (fosse anche un barile) e per la salute di tutti, ma che oltre non è possibile andare come Basilicata per i prossimi anni. Del resto questo indica anche l’ordine del giorno approvato in Parlamento.

Sulla base di tutto ciò, questa Camera del Lavoro chiede al Sindaco e a tutta l’amministrazione di chiarire, come hanno fatto altri comuni, in modo inequivocabile, la posizione dell’Ente sulla delicata e alquanto sentita questione”.