Milano, Polizia locale. Operazione anti-racket dell’accattonaggio

Le indagini, fatte di pedinamenti, appostamenti, riprese video, intercettazioni ambientali e telefoniche, sono durate più di un anno. Quattordici sono le ordinanze di misure cautelari emesse dal gip Simone Luerti nei confronti di altrettanti cittadini romeni accusati di tratta, riduzione e mantenimento in schiavitù. Sei gli arresti già realizzati dalla Polizia Locale: i fermati hanno tra i 23 e i 50 anni (uno degli arresti è stato notificato in carcere nei confronti di un soggetto arrestato precedentemente per reati contro il patrimonio).

L’inchiesta sul racket dell’accattonaggio, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Piero Basilone, è stata svolta dal Nucleo Tutela Donne e Minori della Polizia Locale sotto la direzione del Comandante Tullio Mastrangelo. I dettagli dell’operazione sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa.

“Per contrastare l’accattonaggio e debellare lo sfruttamento, reato odioso e disumano – dichiara l’assessore alla Sicurezza e Coesione sociale e Polizia Locale Marco Granelli –, bisogna arrivare a colpire chi organizza e gestisce il racket. Siamo convinti che questa sia la strada giusta per cercare di contrastare un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e che spesso nasconde storie drammatiche. Andiamo avanti col controllo del territorio ma, se non si lavora anche sul fronte investigativo, come stiamo facendo, si rischia di spostare il problema da un quartiere all’altro senza risolverlo. Ricordo che una precedente indagine svolta dalla Polizia Locale, sempre su questo fronte, aveva portato a ottenere condanne severe fino a 10 anni. E questo grazie all’attento e meticoloso lavoro che gli agenti hanno messo in campo e che ha consentito di ottenere riscontri e prove inconfutabili in sede processuale. Per questo li ringrazio, anche a nome della città”.

“In oltre un anno di indagini – afferma il Comandante della Polizia locale Tullio Mastrangelo – siamo riusciti a individuare questa organizzazione criminale, afferente a due diverse famiglie romene, e a capire il loro modus operandi. È stata un’indagine lunga e laboriosa che ci ha consentito di far emergere un reato vile: si tratta di vero e proprio schiavismo attuato nei confronti di soggetti fragili, resi vittime sia fisicamente che psicologicamente dai loro sfruttatori. La Procura della Repubblica di Milano è stata la prima in Italia ad occuparsi di questo fenomeno e questa nuova indagine è la conferma che la nostra attenzione e il nostro impegno per contrastarlo restano altissimi”.

Le immagini riprese nei mesi scorsi dalle telecamere in via Breda, e mostrate oggi durante la conferenza stampa che si è svolta presso il Comando della Polizia Locale, hanno mostrato la dinamica della consegna dei soldi e dei maltrattamenti. Le vittime consegnano il borsello al loro aguzzino (si vedono un uomo e una donna) che li percuote, li minaccia con un coltello, li ammonisce pesantemente fino a ridurre un anziano in lacrime. Le vittime, una ventina almeno quelle accertate nel corso delle indagini, sono anziani, disabili, soggetti fragili portati con l’inganno in Italia dalla Romania con la promessa di un lavoro. Erano costrette a chiedere l’elemosina nelle zone di Niguarda, viale Fulvio Testi, Linate e Sesto San Giovanni. Almeno 50 euro al giorno il guadagno preteso dai loro aguzzini per ognuna delle vittime.