Forum Unesco, presentata la Dichiarazione di Firenze

Si è concluso con la presentazione della Dichiarazione di Firenze il Terzo Forum mondiale dell’Unesco sulla cultura e le industrie culturali ‘Cultura, creatività e sviluppo sostenibile. Ricerca, Innovazione, Opportunità’.
“Trovo la Dichiarazione di Firenze estremamente innovativa e concreta dal punto di vista dell’approccio alle grandi tematiche dello sviluppo sostenibile, della creatività e dell’industria culturale – ha detto il sindaco Dario Nardella in conferenza stampa insieme al direttore generale dell’Unesco Irina Bokova, alla quale ha fatto firmare il libro d’onore del Comune, e il sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro -: non si parla più di cultura come di un fattore isolato, ma come elemento che tocca trasversalmente tutte le politiche degli Stati e delle città; non si parla più di cultura solo come di qualcosa da contemplare e conservare, ma come un elemento dinamico di sviluppo dell’economica”. “Ho registrato anche una grande attenzione verso la cooperazione locale e il ruolo delle città a favore della realizzazione di sviluppo sostenibile e di innovazione culturale – ha aggiunto Nardella -. Per questo penso che il compito di Firenze non si esaurisca affatto con questo Forum ma che continuerà accanto ad Unesco con tutto il prestigio internazionale che la nostra città ha agli occhi del mondo e con la grande vitalità delle Istituzioni culturali, universitarie, e scientifiche”. “Ho colto con immenso piacere la decisione dei partecipanti al Forum di citare nella Dichiarazione di Firenze la nostra proposta di istituire in città un Centro internazionale per l’analisi e lo studio dell’impatto delle politiche di industria culturale e di sviluppo sostenibile e creatività sui territori – ha spiegato il sindaco -. Perché solo grazie anche a degli elementi oggettivi possiamo valutare anche la qualità e l’efficacia delle politiche dei governi nel mondo, in questo campo nuovo e tutto da esplorare e studiare”. “Firenze è pronta per supportare i vari obiettivi contenuti nella Dichiarazione – ha concluso il sindaco Nardella -. Tutto ciò sarà possibile con il reperimento di risorse economiche, che siamo determinati a trovare, e con il sostegno del governo italiano nel quale confidiamo. In questo modo la nostra città può concretamente contribuire al lavoro difficile che l’Unesco ha di fronte a sé”.

Di seguito il testo della Dichiarazione di Firenze

TERZO UNESCO FORUM MONDIALE PER LA CULTURA E le INDUSTRIE CULTURALI

“Cultura, creatività e sviluppo sostenibile. Ricerca, Innovazione, Opportunità “
DRAFT DICHIARAZIONE DI FIRENZE – 4 OTTOBRE 2014

Noi, partecipanti al Terzo Forum mondiale dell’UNESCO sulla cultura e le industrie culturali “Cultura, creatività e sviluppo sostenibile. Ricerca, Innovazione, Opportunità” (2 – 4 ottobre 2014), riuniti a Firenze, desideriamo esprimere la nostra gratitudine e riconoscenza alle Autorità italiane, alla Regione Toscana e al Comune di Firenze. E grazie alla loro generosa ospitalità che, durante questo Forum internazionale, abbiamo potuto riflettere sulle strategie efficaci per avviare un cambiamento radicale che ponga la cultura al centro delle future politiche per lo sviluppo sostenibile.

Siamo consapevoli della nostra responsabilità di definire un’Agenda per uno sviluppo inclusivo, sociale, economico e sostenibile. Questo ambizioso obbiettivo può essere raggiunto attraverso la cooperazione internazionale e dimostrando il valore della cultura e delle industrie culturali in quanto fonti di creatività e innovazione per lo sviluppo sostenibile e di opportunità per le generazioni future. Riconosciamo l’importanza di misurare l’impatto della cultura e della creatività sullo sviluppo sostenibile al fine di mantenerla alta nell’Agenda politica. Accogliamo con favore la volontà espressa dal Comune di Firenze di ospitare un istituto internazionale attivo in questo ambito.

In un momento in cui la comunità internazionale sta definendo una nuova Agenda per lo sviluppo internazionale, confidiamo che le Nazioni Unite e tutti i Governi possano attuare pienamente la terza risoluzione sulla cultura e lo sviluppo sostenibile, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel dicembre 2013 (A / RES / 68 / 223), che ha riconosciuto il ruolo della cultura come motore dello sviluppo sostenibile e che ha richiesto che la cultura ottenesse la dovuta considerazione nell’Agenda dello sviluppo post-2015.

Ascoltiamo con attenzione le numerose voci della società civile, degli attori del settore pubblico e privato, e anche dei Governi della Bosnia-Erzegovina, dell’Ecuador, del Mali, del Marocco e della Serbia, che si sono espressi nel quadro delle consultazioni sulla cultura e sviluppo post-2015, condotte nel 2014 dall’UNESCO, l’UNFPA e l’UNDP, e che hanno a loro volta sottolineato la necessità di un riconoscimento esplicito del ruolo della cultura nell’Agenda di sviluppo post-2015.

Desideriamo riferirci agli strumenti normativi internazionali nel campo della cultura, tra cui la Convenzione dell’UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, le cinque convenzioni sui Beni Culturali, nonché i recenti incontri internazionali e le dichiarazioni ad alto livello, come ad esempio la Dichiarazione di Hangzhou “Mettere la cultura al centro delle politiche di sviluppo sostenibile” adottata nel maggio 2013, la Dichiarazione ministeriale del 2013 del dibattito di alto livello del ECOSOC, i due dibattiti tematici sulla cultura e lo sviluppo nell’Agenda post-2015 dell’Assemblea generale della Nazioni Unite di New York, rispettivamente nel giugno 2013 e maggio 2014. Riconosciamo l’importanza della campagna globale “Il futuro che vogliamo Include la Cultura” condotto da organizzazioni governative e non-governative da circa 120 paesi.
Prendiamo atto delle evidenze concrete raccolte nell’edizione speciale del Rapporto sull’economia creativa delle Nazioni Unite “Ampliare i Percorsi di sviluppo locale », che identifica il ruolo chiave delle città e delle regioni come attori per il cambiamento e che riconosce il valore della cultura nell’ambito e a favore dello sviluppo – andando oltre una dimensione puramente economica mediante l’espressione culturale, la pratica artistica, la salvaguardia del patrimonio materiale e immateriale, la promozione della diversità culturale, l’urbanistica e l’architettura.

Per includere pienamente la cultura come principio ispiratore di tutte le politiche di sviluppo, chiediamo ai Governi di garantire l’integrazione, nell’Agenda dello sviluppo post-2015, di specifici obiettivi e indicatori dedicati al contributo della cultura, in particolare nel quadro degli obiettivi proposti dal Gruppo di lavoro aperto delle Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile: riduzione della povertà, città sostenibili e urbanizzazione, istruzione di qualità, ambiente e cambiamento climatico, parità di genere e emancipazione femminile, inclusione sociale e riconciliazione.

Di conseguenza, e sulla base dei nostri dibattiti che hanno avuto luogo in occasione del Terzo Forum Mondiale dell’Unesco sulla cultura e le industrie culturali, noi partecipanti confermiamo il nostro impegno ad attuare le risoluzioni e le politiche sopra menzionate, e a promuovere i seguenti principi guida e priorità da includere nel processo di elaborazione dell’Agenda dello sviluppo post-2015.

1) La piena e totale integrazione della cultura nelle politiche e strategie di sviluppo sostenibile a livello internazionale, regionale, nazionale e locale deve essere basata su strumenti nomativi internazionali che riconoscano i principi fondamentali dei diritti umani e della libertà di espressione, della diversità culturale, dell’uguaglianza dei generi, della sostenibilità ambientale, e i principi di apertura ad altre culture ed espressioni del mondo e l’equilibrio tra tutte le culture.

2) Per uno sviluppo economico e sociale inclusivo, i sistemi di governance della cultura e della creatività devono rispondere alle esigenze e ai bisogni delle popolazioni. Un sistema di gestione della cultura trasparente, partecipativo e informato comporta una diversità di voci, che comprende la società civile e il settore privato, nei processi di elaborazione delle politiche che riguardano i diritti e gli interessi di tutti i membri della società. Esso implica anche la cooperazione tra tutte le autorità pubbliche competenti nei diversi settori – economico, sociale, ambientale – e a tutti i livelli di governo.

3) Le Aree urbane e rurali sono laboratori viventi di sviluppo sostenibile. Per città più sicure, intelligenti e produttive, occorre porre la creatività e il benessere nel cuore della pianificazione del rinnovamento urbano e rurale sostenibile e rispettoso dei principi di tutela del patrimonio. Nell’affrontare le sfide dello sviluppo urbano e rurale e del turismo sostenibile, le politiche devono tenere conto della cultura e rispettare la diversità. D’altra parte, la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (ad esempio attraverso la promozione di tecniche agricole rispettose della tradizione e dell’ambiente) porta a dei processi di produzione alimentare sostenibili e di qualità, che sono essenziali per affrontare la crescita della popolazione con il minor impatto possibile sull’ambiente.

4) Per riuscire a ottenere un’educazione di qualità, che sia inclusiva ed equa, e opportunità di apprendimento a lungo termine, è necessario un duplice impegno ad investire in un’ampia offerta culturale e creativa a favore di tutti. I processi di apprendimento, d’innovazione e di sviluppo locali sono rafforzati quando i nuovi talenti e le nuove forme di creatività sono stimolati. Questo può portare all’emancipazione delle donne e delle ragazze come creatrici e produttrici di espressioni culturali e come cittadine che partecipano alla vita culturale.

5) Il potenziale creativo è uniformemente distribuito in tutto il mondo, ma non può essere espresso pienamente da tutti. Allo stesso tempo, non tutti hanno accesso alla vita culturale, all’espressione creativa, o ai beni e servizi culturali, perfino della loro stessa comunità. L’assenza di espressioni creative del Sud del mondo è da temere, e costituisce un grave ostacolo per lo sviluppo globale. Questo problema può essere risolto attraverso il sostegno alla produzione locale di beni e servizi culturali, la loro distribuzione internazionale / regionale e la libera circolazione di artisti e operatori culturali.

6) Il pieno potenziale delle industrie culturali nell’ambito dell’economia creativa deve essere sfruttato per stimolare l’innovazione per la crescita economica, la piena occupazione produttiva e la creazione di impieghi dignitosi per tutti. Quando le industrie culturali e creative diventano parte della crescita delle strategie di sviluppo globali, hanno dimostrato di contribuire alla rivitalizzazione delle economie nazionali, di creare occupazione sostenibile dal punto di vista ambientale, di stimolare lo sviluppo locale e promuovere la creatività. L’esperienza dimostra che esse forniscono nuovi percorsi di sviluppo locale che si basano sulle competenze e conoscenze esistenti.

7) Garantire la sostenibilità del consumo e della produzione significa tenere completamente conto della cultura quando si affronta la questione dell’utilizzo di beni e risorse scarse. La creatività umana, includendo l’espressione culturale e il potere trasformativo dell’innovazione, è una risorsa rinnovabile unica che non solo porta alla creazione di nuovi prodotti, ma anche a nuovi modi di vita, di organizzazione e di percezione delle nostre società e dell’ambiente. Attingere a risorse creative, know-how e competenze tradizionali, può contribuire efficacemente alla ricerca di soluzioni di sviluppo creative e più efficaci, e ad aiutare ad affrontare le sfide globali, quali l’impatto negativo dei cambiamenti climatici e del turismo non sostenibile.

8) La creatività contribuisce a costruire società aperte, socialmente inclusive e pluralistiche, quando diverse fonti di ispirazione ed innovazione sono incoraggiate ad esprimersi. Questo porta ad un aumento della qualità della vita e al benessere individuale e collettivo. Quando la creatività si fonda sui diritti umani fondamentali e i principi della libertà di espressione, gli individui possono anche sviluppare le loro competenze per condurre la vita che desiderano, grazie all’acceso alle risorse culturali in tutta la loro diversità. E’ possibile liberare gli individui da tensioni e conflitti, esclusione e discriminazione, contribuendo quindi alla stabilità, alla pace e alla sicurezza.

In conformità con i principi e le priorità di cui sopra, invitiamo i Governi, la società civile e gli attori del settore privato ad agire in un partenariato globale per promuovere gli ambienti, i processi e i prodotti creativi attraverso il sostegno al:

1) potenziamento delle capacità umane e istituzionali a livello nazionale, regionale e locale, con particolare attenzione al rafforzamento delle capacità dei giovani, in modo da consentire una visione olistica della cultura e dello sviluppo sostenibile per dei sistemi efficaci di governance della cultura e per lo sviluppo di settori creativi dinamici;

2) rafforzamento gli ambienti giuridici e politici per promuovere la cultura, sostegno alla nascita di industrie culturali e creative dinamiche e riconoscimento delle città come laboratori di creatività e innovazione, di tutela del patrimonio e della sostenibilità ambientale;

3) creazione di nuovi modelli di partnership e strategie di investimento innovative per sostenere la ricerca, l’innovazione, la produzione locale di beni e servizi culturali, lo sviluppo dei mercati nazionali e regionali e l’accesso alle piattaforme a livello mondiale per la distribuzione e lo scambio;

4) realizzazione di programmi di sensibilizzazione, di progetti e attività concepite dai Governi e/o dalla società civile per promuovere la dimensione economica, sociale e ambientale della cultura per lo sviluppo, anche attraverso l’attuazione delle convenzioni culturali dell’UNESCO;

5) creazione e produzione dinamica di indicatori di impatto per monitorare e valutare il contributo della cultura allo sviluppo sostenibile, anche attraverso la raccolta, l’analisi e la diffusione di informazioni e statistiche, nonché buone prassi in politica.