Genova, Welforum misurare il benessere per indirizzare le politiche sociali

“Welforum – misurare il benessere regionale e urbano per orientare le politiche economiche e sociali”, questo il titolo del convegno, sulle prospettive sociali di supporto al governo di Comuni e Regioni, organizzato dal Comune di Genova oggi nel Salone di Rappresentanza a Palazzo Tursi.

Il seminario è rivolto a dirigenti e funzionari che ricoprono ruoli di responsabilità nelle politiche sociali degli enti territoriali. Ai lavori del convegno, moderati da Emanuele Ranci Ortigosa, direttore di Welforum, partecipano, tra gli altri, Paola Dameri, docente universitario ed ex assessore del comune di Genova, Monica Brezzi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico Ocse, l’attuale assessore alle politiche sociali e della casa Emanuela Fracassi, ed Enrico Giovannini già ministro del Lavoro e presidente dell’Istat. La domanda che la tavola rotonda pone all’attenzione del pubblico è: come si misura il benessere sociale?

Il sindaco, introducendo i lavori e ringraziando i relatori e i partecipanti, si è riferito innanzi tutto alla propria esperienza di amministratore. Il punto di osservazione di un sindaco – questo il senso delle sue considerazioni – lo rende “sismografo” del malessere, della percezione di malessere che si verifica nella città. Spesso misuriamo il malessere in base a indicatori economici, che sono fondamentali ma non esaustivi, perché altri ne esistono in un contesto sociale in cui – ha sottolineato Doria – si moltiplicano paure e insoddisfazione. È chiaro dunque che l’idea di benessere non deve riguardare soltanto gli indicatori economici e si lega strettamente all’idea di società. Guardare oltre il Pil è una esigenza imprescindibile ma questa concezione di benessere non solo economico non appartiene ancora alla mentalità diffusa, come invece dovrebbe essere.

Il sindaco ha richiamato l’attenzione in particolare sulla realtà della città metropolitana, questione di grande rilevanza sulla quale purtroppo – ha osservato – si assiste ad un certo “balbettare istituzionale”, con il rischio che un’importante riforma istituzionale sia piegata a interessi particolari snaturandosi in una moltiplicazione irrazionale delle aree riconosciute come metropolitane. La conoscenza prodotta dalla ricerca è essenziale alla politica. Proprio questo momento in cui si registra un grave discredito della politica, in realtà c’è forte bisogno di politica nel senso alto del termine, una politica che non sia autoreferenziale. “Non si possono fare solo manovre economiche senza politiche sociali”, ha sottolineato infine Doria. “Abbinare l’economico al sociale non deve essere solo un esercizio di stile”.

Sulle diverse sfaccettature del benessere è intervenuta Paola Dameri, che ha sottolineato l’importanza di superare il Pil come unico indicatore della

Tema ampio con diverse sfaccettature la misurazione del benessere, ha detto Paola Dameri. Va superata l’opinione che attribuisce al solo Pil il ruolo di indicatore unico, per portare la ricerca sul campo, andando a vedere come vivono effettivamente le persone, come inquilini, consumatori, alla ricerca di salute e istruzione, sino a come il lavoro e il trasporto pubblico condizionano la vita privata. Monica Brezzi, ha illustrato i dati sul benessere nelle regioni italiane e in molte città europee che, come Genova, superano i 500 mila abitanti. L’indagine ci restituisce una fotografia in chiaroscuro delle realtà indagate, i flussi migratori interni, alla ricerca di territori più prosperi, rischiano spesso di rivelarsi una chimera. Questo importante seminario sul benessere, con lo scopo di programmare le politiche sociali, ha detto Emanuela Fracassi, porta alla luce limiti e vantaggi di ciascuna metodologia. La felicità, al di là della crisi economica in atto, è legata anche alla capacità di saper sfruttare le risorse a disposizione. Oggi presentiamo il cruscotto per misurare il disagio all’interno dei municipi, con indicatori come la presenza di edilizia popolare in rapporto alla totalità delle case, dove è necessario operare con degli interventi mirati per accrescere il benessere attraverso il coinvolgimento della cittadinanza.

La politica ha bisogno di tempestività, ha detto l’ex ministro Enrico Giovannini, ma anche di costruire processi che durino nel tempo. In questo senso non è solo la politica doverlo fare, tutti devono indirizzarsi verso un cambiamento culturale e profondo di maggiore coesione sociale. Il benessere non si declina solo in termini economici, ma anche sociali, sulla base di come una comunità è in grado di costruire il proprio destino. Al di là delle urgenze, in cui bisogna intervenire per via della crisi, c’è bisogno di avviare percorsi che abbiano una durata di medio e lungo termine.