Il Galata torna a casa. Esposto per tre mesi a Washington, è rientrato nei Musei Capitolini

Il “Galata Morente”, di ritorno dalla National Gallery of Art di Washington, è ora di nuovo ricollocato al primo piano del palazzo Nuovo dei Musei Capitolini. Ad accoglierlo è stato l’assessore alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica, Flavia Barca, e il sovrintendente capitolino, Claudio Parisi Presicce.

La famosa statua è stata esposta dal 10 dicembre scorso all’interno della “Rotunda” del museo americano; il prestito, di altissimo valore, è stato reso possibile grazie ad uno scambio tra Istituzioni all’interno del progetto Dream of Rome, iniziativa che ha anche portato a Roma, come unica tappa europea all’Ara Pacis, la mostra “Gemme dell’Impressionismo-Dipinti della National Gallery of Art di Washington”.

“Sono stati 700 mila i visitatori del Galata a Washington. Un vero successo di pubblico che dimostra il valore di questi scambi internazionali che vanno sempre di più favoriti e promossi ” ha dichiarato l’assessore alla Cultura Flavia Barca.

La statua del Galata morente, profonda e commovente celebrazione dello spirito umano al cospetto della morte, è una delle opere più celebri e visitate delle collezioni dei Musei Capitolini. Rinvenuta a Roma nell’area di Villa Ludovisi, presso via Veneto, probabilmente tra il 1621 e il 1623, la scultura fu acquistata nel 1737 da Papa Clemente XII per il Museo Capitolino (il Palazzo Nuovo).

L’opera era parte di un ciclo decorativo che comprendeva anche la statua del Galata suicida oggi conservata al Museo Nazionale Romano– Palazzo Altemps, posto all’interno del santuario di Athena a Pergamo per commemorare la vittoria del re di Pergamo sui Galli.

Gli studiosi a tutt’oggi discutono se si tratti degli originali o se le statue siano state elaborate, in età romana, sulla base dei modelli di età ellenistica (III secolo a.C.).

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