Padova, Welfare generativo lavoro di comunità

“Abbiamo bisogno di un salto culturale perché il welfare del futuro sarà sempre più generativo, sempre più lavoro di comunità. Non vogliamo più che il cittadino pensi al centro territoriale come bancomat, è necessario un cambio di mentalità perché solo progettando, osando, sacrificandoci insieme potremo raggiungere traguardi, perché da soli non si cammina più – così l’assessore ai servizi sociali e alla famiglia Fabio Verlato parlando ai media del progetto di welfare generativo, questa mattina a Palazzo Moroni – Un esempio concreto? 400 borse lavoro, messe in campo dal Comune l’anno scorso, per persone in difficoltà, che non hanno ricevuto sussidi ma opportunità di impiego a vantaggio della comunità. A Padova il welfare generativo è attivo già dal 2006, da quando l’Amministrazione Comunale ha adottato la formula del lavoro di comunità che, nel corso del tempo, si è trasformata da progetto sperimentale a un bando unico in grado di assicurare trasversalità tra quartiere e quartiere, una regia unica, un’equipe multidisciplinare, ma soprattutto la continuità del progetto attraverso il consolidamento dei protagonisti della rete. Sono 89 i soggetti istituzionali – scuole, associazioni, quartieri – che partecipano mensilmente ai tavoli territoriali. 535 i minori coinvolti, 435 le famiglie. 18 le attività in corso, 8 i centri di animazione territoriale rivolti a 19 gruppi. 21 i doposcuola per ragazzi delle elementari e delle medie, 151 i minori ai quali vengono dedicate attività di sostegno educativo domiciliare. Gli spazi a disposizione del welfare generativo, punti di riferimento per la comunità, sono la Bricola e due nuovi centri per le famiglie dell’Arcella, in via Pierobon, e della Stanga, in via Maroncelli. “Siamo spesso costretti a lavorare sull’emergenza – ha aggiunto Verlato – però, oltre all’emergenza il Comune riesce a fare anche prevenzione valutando i bisogni e condividendoli con la comunità. E questo conferma il valore della cittadinanza attiva, significa che come istituzione non lasciamo soli i cittadini, ma li coinvolgiamo per risolvere insieme i problemi perché è necessario essere nel territorio e inseririrsi nel tessuto sociale”. Un working in progress, quello del lavoro di comunità, che ha come obiettivi l’aumento degli spazi di condivisione e del numero dei cittadini attivi, corresponsabili dei problemi della zona, del quartiere in cui vivono, l’incremento delle proposte educative per i ragazzi, così come il rafforzamento dell’aiuto alle famiglie in difficoltà e non solo economiche. “Stiamo tentando di fare un lavoro di democrazia nel territorio che ha bisogno di essere accompagnato – ha concluso l’assessore – e il lavoro di comunità fa questo per raggiungere il bene comune. Ascoltiamo e diamo risposte diversificate a seconda delle esigenze. Ma che cosa chiediamo in cambio: abbiamo bisogno di qualcuno che faccia conoscere a Padova, ai padovani ciò che facciamo, vogliamo soprattutto cercare, sempre più, di responsabilizzare i cittadini che diventano parte del processo di cambiamento. Perché tutti, insieme, facciamo parte di questa grande comunità”.