Perché non accada mai più. Ricordiamo lo sterminio elle persone disabili nella Germania Nazista

E’ la mostra, molto “pesante moralmente” organizzata in occasione della Giornata Nazionale della Disabilità intellettiva e relazionale da Anffas Padova Onlus in collaborazione con il Comitato ANPI di Padova, del Centro Studi Ettore Luccini e con il Patrocinio del Comune di Padova. “Questa mostra è un modo per richiamare l’attenzione sulla responsabilità anche della politica su un vuoto, sulla mancanza di fondi – ha commentato il vicesindaco reggente Ivo Rossi all’inaugurazione – oggi si rischia un vortice che ci può portare a rivivere situazioni passate. Non basta più affermare i principi, dobbiamo recuperlarli ogni giorno. Si sta facendo largo un sottile sentimento di disagio che fa percepire il degrado nelle presenze, una violenza che dobbiamo combattere”.

La mostra, allestita al Centro Culturale Altinate/S.Gaetano, fino al 30 marzo, è composta di 32 pannelli e documenta uno dei più feroci massacri della storia recente che fu poi il presupposto della Shoah. Partendo dal darwinismo sociale di Galton e dall’eugenetica che si ponevano l’obbiettivo del miglioramento della razza umana, la mostra si sofferma sulle politiche di sterilizzazione coatta poste in essere in Germania sin dal 1933 e il miglioramento della razza, con l’operazione Lebensborn. Fu addirittura istituito in Germania un Ministero per la propaganda e l’educazione del popolo, affidato a Paul Joseph Goebbels, che controllò in modo stringente ogni forma di comunicazione e spettacolo. Furono prodotti, cortometraggi, manifesti, opuscoli che evidenziavano il costo sociale del mantenimento di soggetti non produttivi. Nel 1938 nei pressi di Lipsia nacque un bambino disabile che innescò un dibattito sull’opportunità della sopravvivenza di “simili persone”. Nel 1939 prese avvio il programma di eutanasia infantile, ovvero dell’eliminazione delle vite indegne di essere vissute. Nello stesso anno, a settembre, si promosse il programma AKTION T4 per l’eutanasia degli adulti, spesso anziani affetti da demenza senile, schizofrenia, alcoolismo, paralisi e altre gravi patologie irreversibili. Essi furono condotti ai centri di eliminazione in camera a gas e poi cremati. Queste politiche trovarono inizialmente l’opposizione della magistratura tedesca e della chiesa luterana, ma poi tutto si affievolì. L’unica voce che si levò forte fu quella dell’arcivescovo di Munster, August Von Galen, che con una serie di omelie condannò con forza queste pratiche di macelleria sociale. Nel 1941 Hiltler ordinò la fine dell’operazione AKTION T4 per gli adulti mentre quella per i bambini non cessò mai. Nello stesso anno invece, per la crescente popolazione stremata nei campi di concentramento, il regime nazista diede vita all’eutanasia selvaggia con l’operazione AKTION 14/F/13 che aveva lo scopo di eliminare i prigionieri non più in grado di lavorare nei campi. I morti, inizialmente 70.000, divennero alla fine 300.000.

Questa mostra Intende proporre in particolare alle giovani generazioni pagine di storia spesso assai poco conosciute e approfondite che testimoniano ove possa giungere un’ideologia di follia e la ferocia dell’uomo. I giovani devono conoscere e sapere perché quanto accaduto non avvenga mai più.