Cia, progetto Senisese risolva anche problemi agricoltura

Il Progetto Speciale Senisese, costruito intorno al “sacrificio” degli agricoltori di Senise che hanno ceduto terreni per far posto alla diga di Monte Cotugno, oltre ai ritardi ben noti e alle aspettative sinora deluse, non ha ancora affrontato la questione dell’assegnazione definitiva dei terreni golenali della diga che insieme alle aree demaniali, tuttora abbandonate, rappresentano una grande opportunità di sviluppo agricolo del comprensorio. E’ quanto sostenuto nel congresso comprensoriale del Senisese-Area Sud della provincia di Potenza della Cia che si è svolto a Senise alla presenza di oltre un centinaio di delegati in rappresentanza di 2mila iscritti e circa 800 aziende di una dozzina di comuni. Il congresso ha eletto Giambattista Falcone (Senise) e Domenico Rinaldi (Noepoli) vice, insieme al direttivo di una dozzina di agricoltori. Il cosiddetto attrattore di Senise, per il quale domani è prevista la cerimonia della prima pietra, non deve offuscare e mettere in secondo piano – ha sottolineato il neo presidente Falcone – le tante ed irrisolte problematiche del comparto primario che è alle prese con numerose emergenze prima delle quali i danni agli allevamenti e alle colture pregiate provocati dai cinghiali e dalla selvaggina selvatica. La Cia intende riprende il confronto con gli Enti Parchi, Regione e Province per affrontare definitivamente la situazione attraverso le nostre proposte per la coesistenza fauna selvatica-agricoltura e perché ai troppi vincoli dei Parchi si sostituiscano opportunità di sviluppo. Anche l’ammodernamento e l’ adeguamento degli impianti irrigui è un’emergenza che richiede la massima attenzione, perché il comprensorio – evidenzia il neo presidente della Cia – dispone di terreni adatti a colture ortofrutticole intensive e perché è un controsenso avere a pochi metri dalla propria azienda la più grande diga d’Europa in terra battuta ma acqua inadeguata.