Autotrasporto, imprese del Sud al collasso necessario intervento del Governo
“Un vero e proprio gioco al massacro. Al Sud le imprese dell’autotrasporto muoiono ogni giorno sempre più numerose, sommerse dagli enormi costi di esercizio, da premi assicurativi non più sostenibili, da un costo del lavoro che ad oggi rappresenta un vero e proprio macigno sui bilanci aziendali.Il taglio al recupero delle accise, in queste ore molto discusso e che potrebbe paventarsi nel prossimo futuro, condannerebbe le imprese al fallimento. Il governo deve dare immediate risposte per non scatenare proteste”. Lo dichiara Giovanni Agrillo, vicepresidente vicario di Fai Conftrasporto.
“Nel meridione la situazione è peggiore che nel resto d’Italia – prosegue Agrillo -. Se le imprese del Nord riescono ad andare avanti anche grazie ai contributi autostradali e sui carburanti, e possonogodere della legge sui costi minimidella sicurezza che garantisce la legalità del proprio lavoro, gli imprenditori del Sud sono rimasti soli dopo la messa in cantina di Ecobonus e Ferrobonus”.
“I problemi più grossi li subiscono gli autotrasportatori di Sicilia, Sardegna, Puglia e Calabria-continua il vicepresidente – che per operare utilizzano per lo più le autostrade del mare e/o treni, e per il trasporto intermodale non esistono contributi o agevolazioni. Agli imprenditori del meridione non è nemmeno garantita la legalità: la legge sui costi minimi di sicurezza non si applica infatti ai trasporti intermodali e gli aiuti su autostrade e accise sono solo in piccola parte fruibili”.
“Oggi si discuteranno al ministero gli stanziamenti 2014. Il ministro Lupi e il sottosegretario Girlanda, facciano un sana riflessione della situazione concretizzando aiuti e strategie nell’immediato per tutto il paese, da nord a sud- conclude Agrillo -. A loro rinnovo la più completa disponibilità di Fai Conftrasporto al confronto”.