Papa Francesco ad Assisi, il saluto della Presidente della Regione Catiuscia Marini

Questo è il testo del saluto della Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, rivolto oggi a Papa Francesco in visita ad Assisi:

“Santità, La saluto a nome di tutte le istituzioni locali italiane che oggi con l’Umbria offrono l’olio per alimentare la lampada votiva che arde sulla tomba di San Francesco.

È con grande gioia che la accogliamo in Umbria. So di interpretare i sentimenti di tutti gli umbri nel rivolgerLe un affettuoso saluto di benvenuto in questa giornata particolare, che rappresenta per noi un appuntamento storico in questa terra in cui Francesco è nato e dove si è svolta tanta parte della sua straordinaria avventura umana.

In questo giorno di lutto nazionale, il nostro primo pensiero non può che andare alle centinaia di uomini, donne, bambini morti ieri sul fondo del nostro mare: gente semplice, umile, disperata, in fuga da Paesi martoriati da guerre e carestie.

Oggi li piangiamo, ma gli italiani sono anche gente generosa, che sa fare anche cose concrete per la solidarietà e l’accoglienza, con la straordinaria mobilitazione di Regioni, Comuni, Province, Caritas, associazioni di volontariato per dare aiuto a migliaia di migranti richiedenti asilo.

Anche l’Umbria è stata ed è capace di uno straordinario modo di dare accoglienza, ospitalità, solidarietà.

La saluto, e con Lei saluto tutte le autorità, le persone giunte ad Assisi, la Famiglia francescana. San Francesco e la Famiglia francescana che da lui ebbe origine hanno avuto in Umbria un territorio di elezione tanto da rendere quasi inscindibile Umbria e Francescanesimo. Basta osservare le valli umbre, i monti e le colline le città, i borghi, i castelli, i romitori, i monasteri, i conventi, le pievi per respirare appieno questo spirito, fatto di quel giusto equilibrio tra dolcezza e serenità, ma anche e determinazione e asprezza che caratterizza il messaggio francescano e che ritroviamo nella natura di questa terra e tra i tratti fondamentali della nostra gente.

Questa spiritualità, da sempre, ha toccato i credenti, ma anche il pensiero laico in Umbria ne ha attinto profondamente e si è confrontato ininterrottamente con Francesco e il suo messaggio. Penso, in particolare, ad Aldo Capitini, laico, pacifista e nonviolento che 50 anni fa volle la Marcia per la pace Perugia-Assisi, anche per la straordinaria forza del messaggio di pace del “Poverello di Assisi”.

Assisi è città simbolo del dialogo, tra religioni e popoli.

“Francesco appare oggi come ai suoi tempi “uomo del futuro”: dall’idea profondamente innovativa della natura al riconoscimento del valore di ogni essere vivente, e quindi l’idea di disponibilità e apertura a tutto ciò che ci circonda, con il conseguente rifiuto del ricorso all’uso della forza, della violenza, delle ingiustizie e l’attenzione agli ultimi.

Viviamo un tempo difficile, nella crisi più acuta per noi dal secondo dopoguerra, ne cogliamo i segni profondi anche di disgregazione e declino che colpiscono le persone ed il Paese. C’è una angoscia, anche nella nostra Umbria: migliaia di lavoratori, e le loro famiglie, che hanno perso il lavoro. Oggi, ad Assisi, ci sono tantissimi lavoratori di queste aziende in difficoltà, ma ci sono anche imprenditori, piccoli artigiani, commercianti, professionisti in difficoltà che fanno fatica a trovare una nuova ripartenza, di giovani scoraggiati nel trovare prospettive di lavoro e di autonomia.

Sappiamo bene di non avere a disposizione soluzioni facili, ma non abbiamo altra possibilità che rimboccarci le maniche e percorrere la strada del cambiamento. Sappiamo anche che la crisi non ha prodotto solo perdite di tipo materiale, nella ricchezza dei Paesi o nel reddito di famiglie e persone; la crisi prolungata negli anni sta producendo perdita di senso, appannamento di valori, smarrimento. Per questo abbiamo bisogno non solo di nuove ricette di politica economica ma anche di nuova tensione morale e di un grande sforzo collettivo, a cominciare da noi che siamo impegnati nella politica e nelle istituzioni.

Santità, accanto a Francesco si staglia anche la figura di Chiara che interpretò con straordinaria originalità il messaggio francescano in ambito femminile, divenendo la fondatrice ed il riferimento di nuove forme di vita religiose.

Da donna, penso anche a questi anni difficili per le donne, che non solo stanno subendo i colpi dell’impoverimento economico, occupazionale e di opportunità, ma sono vittime di una barbara violenza maschile: madri, figli e sorelle uccise da una violenza cieca e distruttiva solo per il fatto di essere donne.

Santità, ci aiuti a ricostruire, nella società contemporanea, anche il senso morale del rispetto e della difesa di ogni essere umano e delle donne.

Grazie per essere in Umbria, qui ad Assisi, la Terra di Francesco”.