Perugia, recuperate 23 urne funerarie etrusche di età ellenistica

Nell’operazione sono state ritrovati oltre 3000 reperti archeologici d’inestimabile valore storico artistico, economico e scientifico, appartenenti al patrimonio culturale italiano. Tutto è iniziato due anni fa a Roma quando i carabinieri TPC hanno sequestrato una piccola testa in travertino bianco e una fotografia di un’urna etrusca ad uno dei protagonisti del commercio illecito di beni culturali, uomo a loro ben noto. Piccola testa che costituiva una porzione della scultura riprodotta in foto quale ”provino” finalizzato a condurre in porto la vendita. Poi, grazie alla collaborazione scientifica del docente dell’Università di Roma Tor Vergata, professor Gabriele Cifani, hanno potuto individuare, quale possibile origine del reperto, una necropoli etrusca verosimilmente appartenente al territorio perugino, già ricco di analoghe testimonianze artistiche.

Ulteriori accertamenti, con il supporto e la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria, hanno permesso in seguito di localizzare altre urne cinerarie, in mano a privati, nella provincia di Perugia. A quel punto le indagini sono state intensificate sull’area perugina per fare luce sulle attività di scavo clandestino che, se pur risalenti a circa 10 anni prima, avevano consentito il ritrovamento delle urne etrusche, poi trafugate.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia e, in particolare, il Sostituto Procuratore Paolo Abbritti, ha coordinato le indagini, facendo ricorso ad attività di intercettazione verso imprenditori edili che avevano eseguito scavi non autorizzati nell’area di interesse per realizzare una villa privata. Scavi nel corso dei quali avevano rinvenuti i capolavori in questione decidendo di nasconderli in un altro luogo per poi immetterli nel mercato antiquario clandestino.

Sono scattate subito le perquisizioni grazie alle quali sono stati recuperate, oltre a migliaia di reperti archeologici e di ceramica medievale, 23 urne etrusche, di eta’ ellenistica, III-II secolo a.C. Le urne, tutte integre, sono in travertino bianco umbro, in parte decorate ad altorilievi con scene di battaglie, tauromachie, fregi, alcune con particolare doratura e altre con la raffigurazione del mito di Ifigenia. Dalle iscrizioni etrusche si è contestualizzata, inoltre, l’appartenenza dei beni a un unico contesto funerario, verosimilmente consistente in una tomba a ipogeo riconducibile a un unico gruppo familiare, i Cacni.

Ricco il corredo pertinente lo stesso ipogeo, tra cui un elmo frigio, uno scudo in bronzo, uno schiniere, uno strigile, oltre a un rarissimo kottabos in bronzo, comunemente utilizzato dagli etruschi come attività ludica durante banchetti e simposi. L’approfondimento delle investigazioni ha permesso anche di individuare il sito di provenienza del corredo funerario: determinanti sono stati i supporti tecnici, le attività info operative condotte successivamente al sequestro e la proficua collaborazione degli stessi indagati, convinti dagli investigatori, una volta scoperti, a favorire il recupero di tutti i beni in favore del patrimonio culturale nazionale.

Cinque persone sono state denunciate all’Autorità Giudiziaria per ricerche illecite, impossessamento e ricettazione di beni culturali. Tutte le opere recuperate rivestono un eccezionale valore archeologico, artistico e storico e implementano le testimonianze scientifiche nel territorio perugino mettendo in evidenza, anche, quanta ricchezza ancora si cela nel sottosuolo italiano. La riferibilità delle urne e di un intero corredo a un unico ipogeo, è uno straordinario traguardo scientifico per il mondo archeologico laddove l’ultimo ipogeo conosciuto, quello dei Cutu, venne scoperto fortuitamente nel 1982.

La Soprintendenza di Perugia ha avviato le operazioni necessarie per una campagna di scavo sull’area individuata dai Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale per verificare l’esistenza di altri ipogei collegati e per recuperare altri frammenti mancanti che potrebbero essere ancora nel sottosuolo.