Torino, l’oltraggio di vili fanatici dell’odio ad un Popolo

“Un nuovo, barbaro e vile oltraggio alla memoria delle vittime delle Foibe e di tutto un Popolo si registra a Torino, dove la lapide loro dedicata è stata distrutta nella notte del 7 scorso. Il vilipendio, a poche ore dal Giorno del Ricordo dell’esodo della popolazione italiana da Istria, Fiume e Dalmazia e degli eccidi perpetrati dai partigiani di Tito, qualifica i suoi autori come spregevoli e rozzi fanatici dell’odio etnico e ideologico, cultori pusillanimi della violenza sugli uomini e sulle memorie, spregevoli nostalgici delle ideologie concentrazionarie che hanno insanguinato l’Europa nel Novecento. La lapide oltraggiata ricorda le vittime civili e incolpevoli delle deportazioni e degli eccidi pianificati dal regime jugoslavo per eliminare l’italianità autoctona dalla Venezia Giulia e proseguiti in quei territori ben oltre la fine della seconda guerra mondiale, in obbedienza al disegno annessionistico del regime titoista già esplicitato con la prima fase degli eccidi, nel 1943, anche in dispregio della lotta di liberazione condotta da tanti istriani, fiumani e dalmati. Il Giorno del Ricordo è stato istituito nel 2004 con la Legge n.92 dal Parlamento pressoché all’unanimità, per restituire alla Nazione intera la memoria delle sofferenze e del coraggio degli italiani di quella regione che tutto perdettero pur di avere salva la vita e la libertà, in una Italia restituita alla democrazia delle Nazioni occidentali. Gli esuli giuliani e dalmati, che mai si sono dimostrati violenti né elevato proteste clamorose pur avendo subito nell’esodo emarginazione e prevaricazioni, non sono più disposti a tollerare il vilipendio della loro storia. I responsabili di questo atto, residui ignobili e codardi dell’odio elevato a dottrina, sono soltanto perdenti e falliti burattini di un copione d’odio sordo e cieco che la coscienza contemporanea ha definitivamente archiviato. Come riporta giustamente da Paolo Simoncelli su “Avvenire” del 6 febbraio, il ricordo di ciò che avvenne dal 1943 fino a tutti gli anni ’50 in Istria, Fiume e Dalmazia, fa paura. E aggiungiamo che fa paura perché pone la coscienza di coloro che attuano la pulizia etnica come metodo di affermazione dell’identità e la coscienza di coloro che tacendo restano storicamente complici di un eccidio, davanti al baratro delle loro responsabilità”. E’ quanto si legge in una nota stampa a firma di Antonio Ballarin, Presidente Anvgd.