In 150 mila per chiedere le dimissioni di Monti

Una marea umana. “Siamo 150 mila e siamo finalmente europei”, hanno detto gli organizzatori del “No Monti day”, sfilando nelle vie della Capitale. Un corteo pacifico che ha visto solo il lancio di uova e le scritte con la vernice spray contro alcune banche da parte di uno sparuto gruppetto di ragazzi incappucciati, qualche petardo e un cassonetto bruciato ma lontano dal percorso dei manifestanti. Niente black block ma migliaia di bandiere rosse dei militanti di Cobas, Usb, Rifondazione comunista, Comunisti italiani che hanno alternato gli slogan contro il Premier ai cori di Bandiera rossa, dell’Internazionale, di Bella Ciao.

Gli studenti, arrivati a piazza San Giovanni, hanno deciso di proseguire occupando la tangenziale e l’imbocco l’A24. Le Forze dell’Ordine hanno lasciato fare, il traffico è impazzito ma non si sono verificati incidenti. Ad aprire il corteo lo striscione tenuto dai promotori della protesta “Con l’Europa che si ribella. Cacciamo il Governo Monti”, alla fine un’enorme bandiera rossa tenuta da decine di militanti di Rifondazione con scritto “Ora basta”. In mezzo gli Unicobas, i Vigili del Fuoco, i precari della scuola, i lavoratori dell’Ilva e gli ambientalisti di Taranto, i No Tav e e i No debito, il Comitato Sisma 12, la Rete 28 aprile, esponenti dei centri sociali, immigrati, insegnanti, studenti, il Comitato 16 novembre onlus ed anche un gruppo di siriani.

“Cosa aspetta la Cgil a fare uno sciopero generale contro questo governo di banche e padroni”, ha gridato il segretario di Prc Paolo Ferrero dal palco a piazza San Giovanni. “Noi accogliamo la proposta dei greci di fare uno sciopero generale a livello europeo il 14 novembre ma la Cgil cosa fara’?”, si è chiesto Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas. “Ci rivolgiamo a chi dice che bisogna rottamare Monti ma non le sue politiche – ha affermato Ferrero – Bisogna smettere di inseguire il centro destra o il centro sinistra, bisogna fare una politica alternativa che disobbedisca all’Europa”. “Occorre ricostruire la sinistra – ha dichiarato Fausto Bertinotti – la politica di centro sinistra ora è emendativa non alternativa”.