Crotone, Cesare Spanò critica il ritardo dell’adozione del Psc

Tra le carenze più evidenti che si possono ascrivere all’amministrazione comunale, il ritardo nell’adozione del Piano Strutturale Comunale (PSC) è probabilmente quello che lascia più attoniti. L’iter burocratico, avviato tre anni fa, rappresenta in modo emblematico la sterilità di un’azione amministrativa contorta e lenta come la deriva dei continenti. È quanto afferma in un comunicato stampa il Capo Gruppo in consiglio comunale della Lista Scopelliti, Cesare Spanò. “Esattamente un anno addietro – ha dichiarato Spanò – condivisi pubblicamente la proposta dell’assessore all’urbanistica, Vincenzo Mano, di bloccare il Piano Regolatore Generale in attesa dell’adozione del PSC, trattandosi di uno strumento urbanistico che andrà a sostituirlo ma nulla è accaduto nel periodo trascorso, nessun segnale di vita intelligente che lasci intuire i lavori in corso, né tanto meno vi è traccia di contatti con gli ordini professionali e le associazioni di categoria per una condivisione delle scelte strategiche”. “In questo quadro di diffuso abbandono – continua Spanò – sarebbe stato utile rafforzare l’ufficio piani, la struttura interna dedicata al PSC, procedendo all’attivazione delle collaborazioni esterne la cui selezione venne messa a bando nel 2010 con un avviso pubblico”. “Purtroppo – dice ancora Spanò – non si capisce perché si sia fatto ricorso ad un bando per l’individuazione di un ingegnere e due architetti, e dopo molti mesi la commissione esaminatrice ha prodotto la nomina del solo ingegnere, lasciando senza alcun esito la selezione degli altri professionisti”. Di fronte a ciò il consigliere Spanò conclude: “in base a quale criterio si è finalizzato l’iter limitandolo ad una figura, lasciando l’opera a metà per gli altri? In questo atteggiamento lassista si avverte scarso rispetto per i professionisti chiamati a concorrere per fornire supporto agli uffici comunali, che meritavano una maggiore chiarezza nello svolgimento delle attività di selezione e quanto meno più informazioni su una procedura ancora incompiuta a distanza di due anni”.