Brindisi, bomba davanti scuola la morte arriva tra gli studenti

Italia sgomenta per l’esplosione davanti all’Istituto professionale “Falcone-Morvillo” di Brindisi in cui ha perso la vita Melissa Bassi, grave Veronica Capodieci. Smentita la notizia della morte di una seconda ragazza nell’attentato davanti alla scuola. La studentessa, gravemente ferita, Veronica Capodieci, è ancora nella sala operatoria del quinto piano dell’ospedale brindisino. Le sue condizioni sono disperate.  Altri ragazzi sono rimasti feriti, immediatamente trasferiti nell’ospedale Perrino.

L’attentato si è scatenato poco prima delle otto. L’edificio, a trenta metri dal tribunale, è stato immediatamente sgomberato, e il Palazzo di giustizia è circondato da forze dell’ordine e artificieri di Carabinieri e Polizia. Le schegge prodotte dalle esplosioni hanno raggiunto negozi a duecento metri di distanza, scardinando addirittura una saracinesca, al di là del vialone, a trenta metri dal tribunale.

A quanto pare gli ordigni sono stati collocati dietro un tabellone pubblicitario sei per sei, in un cassonetto proprio di fronte alla scuola. I ragazzi sarebbero rimasti feriti mentre passavano di lì e stavano entrando per le lezioni. Dopo le due deflagrazioni, in rapida successione, scene di panico e disperazione di fronte all’edificio, rimasto intatto. Non si capisce ancora a chi possa essere addebitato l’incredibile gesto.

L’ex ministro della Pubblica istruzione, Beppe Fioroni, sollecita “una risposta coesa nella lotta al terrore” dopo “l’atto ignobile” dell’attentato davanti alla scuola di Brindisi. “Lascia sconcertati e profondamente addolorati – ha detto Fioroni – il gravissimo attentato davanti l’Istituto professionale Morvillo-Falcone a Brindisi. Più studenti feriti, una morta e una in gravi condizioni”. “Colpire gli studenti e la scuola – ha proseguito l’ex ministro – è un atto ignobile, vergognoso, contro il quale occorre una straordinaria risposta coesa nella lotta al terrore. Occorre una indignazione delle coscienze che parta dai nostri giovani e dalla scuola italiana, che nei momenti difficili hanno sempre rappresentato il cemento di unità del Paese, una risposta che richiami tutti al fatto che nel dramma della crisi economica c’é posto per la speranza e non ce ne è alcuno per la violenza e il terrore che verranno rapidamente repressi e fermati”.

Veronica Capodieci, la ragazza gravemente ferita nell’esplosione, è stata operata nell’ospedale Perrino. Tra i feriti c’è anche la sorella, Vanessa. 

A quanto si apprende, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, informato dal ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, del primo angoscioso bilancio dell’esplosione di un ordigno davanti a una scuola dedicata a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo a Brindisi, sta seguendo gli sviluppi delle indagini con apprensione e partecipe vicinanza ai familiari della vittima, ai feriti e all’intera collettività brindisina.

Non sono state evacuate le scuole a Brindisi ma sono state abbandonate dagli studenti e dagli alunni che i genitori hanno preferito riportare a casa. Lo spiega il sindaco, Mimmo Consales, arrivato sul luogo dell’attentato per poi raggiungere l’aopedale. “Le nostre preoccupazioni in questo momento – dice Consales – sono tutte per le condizioni degli studenti feriti”.

“Un attacco della criminalità organizzata senza precedenti”. E’ il primo commento del sindaco di Brindisi Cosimo Consales all’esplosione dell’ordigno davanti all’istituto professionale Morvillo Falcone. Un addetto impiegato della procura, i cui uffici si affacciano proprio sulla scuola, ha assistito all’esplosione. Ha raccontato di una scena infernale, qualcosa di inimmaginabile. “Stavo aprendo la finestra e la deflagrazione mi è arrivata addosso. Ho visto i ragazzi a terra, tutti neri, i libri erano in fiamme. Una scena terrificante. Sono ragazzini, chi è che ha potuto fare una cosa simile”. 

Il magistrato conferma che sono  tre gli ordigni, con punti di innesco differenti. Sul posto stanno arrivando il capo della polizia Francesco Cirillo e il procuratore antimafia Cataldo Motta.

Incredulità per quanto accaduto a Brindisi, che piange la morte di Melissa Bassi. Solo due settimane fa alla vigilia delle elezioni, un grave attentato aveva fatto saltare in aria l’auto del presidente antiracket di Mesagne, Fabio Marini.

Melissa Bassi (in foto), studentessa dell’istituto di moda e servizi sociali “Morvillo Falcone” di Brindisi, istituto prevalentemente femminile, alla periferia della città, con allieve che vengono perlopiù da fuori. Come Melissa che proveniva da Mesagne, popoloso comune non lontano dal capoluogo. Sulla sua pagina fb ora si succedono i de profundis degli amici e delle amiche, coetanei e no, sbigottiti perché a 16 anni non si può morire in questo modo.

Una modalità strana, una dinamica insolita. Un’esplosione che non avrebbe ragione di essere. Secondo quanto riferitoda fonti dell’intelligence, l’episopdio di questa mattina non è di così chiara attribuzione. La pista seguita dagli inquirenti, però, sembra essere proprio quella mafiosa. “Ma la mafia non usa le bombole a gas, ma il tritolo – spiega ancora la fonte, che chiede l’anonimato- la mafia, forse, non avrebbe neanche avuto un motivo per uccidere delle studentesse”. Il dettaglio importante da attendere, secondo l’intelligence, è capire qual è stato il meccanismo di innesco dell’ordigno: “Due bombole sono materiale esplosivo, ma devono essere innescate. Dall’innesco si può già capire da chi è stato fatto l’ordigno, se da un tecnico o da un tecnico improvvisato”.