Pulfero, non più in sicurezza la ex caserma Gdf del confine di Stato Italia/Slovenia di Stupizza

Un emblematico caso italiano di perdita di beni e memorie Non si contano furti e danni su un immobile prima in perfette condizioni Sindaco e carabinieri hanno fatto un sopralluogo Doveva essere consegnata gratis al Comune a fine 2010 “volevamo farci un centro culturale-turistico per tutto il comprensorio valligiano” “se va avanti sarà spazio farci locale notturno o centro massaggi” provoca il sindaco Domenis È stata utilizzata solo fino a pochi anni fa la caserma della Guardia di finanza del valico di Stupizza, nel comune di Pulfero. Poi, con l’ingresso della Slovenia in Schengen, non ha avuto più motivo di rimanere attiva e, a fine 2010, dal Parlamento è arrivata la notizia della cessione dell’immobile al Municipio locale, a titolo gratuito. “Desiderosi di ottenere la ex-casema – dice il sindaco di Pulfero, Piergiorgio Domenis – abbiamo atteso speranzosi ma, a oggi, il complesso non è entrato ancora in nostro possesso. Nel frattempo ignoti sono penetrati all’interno e hanno semidistrutto gli spazi, che prima erano perfetti, costantemente oggetto di manutenzione e di ottima qualità”. Il primo cittadino, insieme ai carabinieri della locale stazione, ha eseguito un sopralluogo nei giorni scorsi e dalla visita è emersa la gravità del danno causato da ladri e vandali: i sanitari sono stati completamente frantumati, così come molte vetrate; spaccate diverse porte, rubati i quadri elettrici e i termosifoni, rubato il generatore di corrente ausiliario, rubata la centrale termica dove sembra l’ingresso al vano sotto chiave sia avvenuto col taglio della porta tramite una flex. Non solo: sono state asportate anche le grondaie in rame in tutti i punti, a eccezione di brevi tratti. Sparite tutte quelle per lo sgrondo della copertura che adesso non è più in sicurezza: i coppi, infatti, possono cadere causa vento o spostamento naturale nel tempo dovuto alla gravità e alla mancanza della grondaia. “Finendo magari in testa a chi si ferma a guardare quello che una volta era il confine”. “Uno scempio di cui non conosciamo il responsabile e che, di fatto, comporta ora un lavoro di recupero e restauro di non poca spesa. Se prima la caserma era di fatto perfetta e subito utilizzabile, ora serve un’ingente somma per la sua messa in sicurezza. Lo stabile ci venga consegnato, quindi, gratuitamente e subito, ma con la cessione contestuale di una somma per la sua messa in sicurezza e recupero. È un vero peccato, uno sperpero, una carenza di attenzione nei confronti di un bene che è stato realizzato con i soldi di tutti e che adesso rappresenta un pericolo anche per l’incolumità pubblica. È ora di finirla con queste lentezze burocratiche che riguardano molte caserme del Friuli, destinate a diventare habitat naturale per vandali e ladri”. “E pensare che la caserma è stata realizzata con grande attenzione ed elementi di pregio: marciapiedi in pregiata pietra piasentina locale, stanza della dogana con spesse lastre di granito e rivestimento in marmo”. “Se consegnata al Comune poteva diventare un centro importante di riferimento turistico e culturale per tutto il comprensorio delle Valli del Torre ma se si continua a tergiversare restando vittime della burocrazia allora – dice provocatoriamente il sindaco Domenis – era meglio pensare alla realizzazione nella ex-caserma di un locale notturno o di un ‘centro massaggi’: del resto, fino a pochi anni fa, appena al di là della linea confinaria, a pochi metri, era attivo un piccolo ma molto frequentato localino del genere”. La caserma, oggi del Demanio, nel 2010 aveva un valore stimato dal Governo di circa 600mila euro.