Per Wwf Fvg No a Interventi contro Pini Secolari a Lignano

Il Progetto di riqualificazione e ammodernamento del Lungomare Trieste di Lignano Sabbiadoro (Ud) causerà, se così realizzato, “un irreparabile danno al patrimonio naturalistico-ambientale della località e del Friuli Venezia Giulia”. A sostenerlo è la sezione regionale del WWF in una nota inviata oggi, 26 marzo, agli enti che il prossimo 3 aprile parteciperanno alla Conferenza dei servizi chiamata ad esprimersi sul progetto. Nel mirino dell’associazione ambientalista, l’abbattimento di oltre 100 esemplari di Pinus quasi secolari, su circa 380 (trecentottanta) che compongono il doppio filare del Lungomare: piante di buon vigore vegetativo, che – come riporta una relazione redatta dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Udine del febbraio 2012 – “conferiscono al Viale un indubbio significato storico oltre che ecologico ed ambientale”, E sempre nella stessa relazione, fa notare il WWF nella sua nota, si legge che “le due alberate laterali si profilano con un aspetto monumentale e dimostrano gli effetti – a livello di sviluppo ed estetici – tipici di una lunga coevoluzione e di preziosi adattamenti spaziali, spontanei, progressivi avvenuti fra le piante (sia sulla fila che con quelle adiacenti con il filare parallelo)”. Quanto allo stato di salute di questi filari, gli stessi denotano “un accrescimento ed uno sviluppo vegetativo, anche recente ed attuale, del tutto normale e regolare”. L’associazione punta il dito anche contro la previsione, contenuta nel progetto, di eliminare l’attuale pavimentazione in cemento armato dalla quale le radici dei pini del Lungomare vengono stabilizzate: una previsione che, come ammesso dagli stessi progetti, comporterebbe costose tecniche alternative per stabilizzare e mettere in sicurezza le piante, quali pesi in cemento, tiranti, pali, la cui efficacia è, a detta dei progettisti stessi, ancora da verificare. Da qui la richiesta del WWF agli enti affinché non permettano interventi che durante i lavori possano causare danno irreparabile alle piante con conseguenze irreversibili sulla loro permanenza, provocando la parziale distruzione di un prezioso bene naturalistico-ambientale. Una nota, infine, sul costo del progetto: secondo notizie di stampa la spesa per l’intervento di sistemazione si aggirerebbe sui 20 milioni di euro. Una cifra – chiosa il WWF – “al di fuori di qualsiasi logica di buon senso, tanto più nell’attuale situazione di crisi economica”.