Si discute di articolo 18 ma gli Italiani sono senza lavoro

E’ l’amaro sfogo riflessione che Enzo Grillo, leader nazionale del Movimento Progressisti Italiani, affida alle colonne del nostro giornale. “Banchetti, cene e tante chiacchiere per l’accordo sul lavoro e sull’ormai famoso art. 18. A tutt’oggi, non c’è intesa tra nessuna delle parti. Il Governo tuttavia insiste sul formulare l’ipotesi che semmai non si raggiunga un accordo, lo stesso farà da solo e sarà una riforma più dura. Tuttavia rimane il problema del lavoro che allo stato attuale, non c’è, non esiste, come non c’è crescita economica e probabilmente non ci sarà per i prossimi anni”.

Da Grillo una proposta per incidere e dare una svolta al sistema Paese. “L’unico ammortizzatore sociale, da introdurre nel nostro paese, potrebbe essere rappresentato dal reddito minimo garantito. Ma questo Governo non ne vuole sentire parlare, immagina la propria riforma sul lavoro, come un toccasana”.

“Il Nuovo Partito d’Azione lancia una Campagna nazionale per l’introduzione del Reddito Minimo Garantito anche in Italia – incalza Grillo – già in essere in buona parte dell’Europa ma non in Italia e in Grecia. Il Reddito Minimo Garantito è un operante ed efficace strumento per combattere la povertà estrema. Noi sosteniamo a pieno titolo questa iniziativa promossa dall’Npa.

Enzo Grillo argomenta come l’adozione del Reddito Minimo Garantito “costituirebbe anzitutto una fondamentale garanzia a favore del diritto alla dignità e alla vita. Tali diritti sono stati sanciti dalla Costituzione italiana e da tutti i documenti dell’Unione Europea. L’introduzione del Reddito Minimo Garantito costituirebbe non una misura assistenziale (dell’assistenzialismo di Stato hanno beneficiato ben altre categorie), ma una elementare misura di salvaguardia sociale per impedire che milioni di cittadini italiani cadano o permangano nel baratro della disperazione e della miseria. E’ anche un efficace misura di redistribuzione delle risorse. Esso supporterebbe, nel momento della peggiore crisi economica e sociale dal secondo dopoguerra, la “domanda”. Inoltre, in molte zone del Sud costituirebbe un potente deterrente all’illegalità, un deterrente che permetterebbe a molti giovani di sfuggire all’arruolamento nelle file delle varie mafie. Sarebbe anche un rilevante fattore di dinamismo sociale ed economico. Esso eroderebbe la malvagia forza del ricatto di un vasto ceto imprenditoriale che prospera esclusivamente sullo sfruttamento, sulla disperazione sociale, sulla precarietà. A chi non vuole questo strumento perché dice che bisogna dare posti di lavoro possiamo obiettare che già prima della crisi capitalistica e finanziaria attuale non c’era lavoro per tutti. Né la piena occupazione è una prospettiva realistica per il futuro, dal momento che interagiscono anche altri fattori negativi e strutturali come la globalizzazione delocalizzante e come la crescente automazione. A chi teme che con il Reddito Minimo Garantito un giovane non abbia più voglia di lavorare obiettiamo che non basta a vivere bene ma solo a non morir di fame e che tutti i Paesi che hanno più occupazione e più crescita sono proprio quelli dove la misura è una tranquilla e civile acquisizione ormai da decenni. A chi obietta che non ci sono soldi per finanziarlo facciamo notare che i soldi si possono trovare senza gravare sulla collettività sia tagliando una pletora di spese improduttive, sia recuperando evasione, sia razionalizzando ciò che già si spende (e si spende male) per le politiche sociali. Per finanziare il Fondo Reddito Minimo Garantito e per creare un nuovo Welfare equo e moderno servirebbe una cifra minima sui 20 miliardi di euro all’anno. Questo Fondo verrebbe ripartito secondo un budget di spesa”.

Dal Movimento una sconfessione al Governo Monti. “Ma mentre  noi, immaginiamo di risolvere le questioni di immediatezza per i seri e concreti problemi che assillano il quotidiano dei cittadini,  i nostri Governanti si perdono in chiacchiere  tra  banchetti, cerimonie, conferenze e quant’altro possa risultare inutile ed improduttivo per il paese e per i cittadini, i quali si trovano ormai in una situazione di isolamento sociale. Nl mentre ci sono persone in questo paese che continuano ad avere seri problemi a mettere insieme il pranzo e la cena, c’è ne sono altrettante che possono sfamare intere generazioni, questo sta a significare come ormai la forbice del divario sociale, sia talmente allargata, che difficilmente si possa richiudere”.