Oleg Fedchenko uccise a pugni Emlou Arvesu ma il giudice non lo condanna

Ancora una storia di giustizia “amara” all’italiana. Una giustizia che non si comprende e difficilmente si accetta. Nell’agosto 2010 uccise, massacrandola di pugni, la prima donna che incontrò in strada uscendo di casa, una filippina di 41 anni, Emlou Arvesu, madre di due figli. Adesso Oleg Fedchenko, pugile dilettante ucraino di 27 anni, è stato assolto dal gup di Milano, Roberta Nunnari, dall’accusa di omicidio aggravato perché non imputabile. Una perizia ha stabilito che l’uomo era incapace di intendere e di volere al momento del fatto, poiché soffre di una forma di schizofrenia. Se la caverà con 5 anni di ospedale psichiatrico.

Il 6 agosto 2010, Fedchenko era uscito da casa della madre e, forse anche a causa di una delusione amorosa, aveva deciso di accanirsi contro la prima donna che avrebbe incontrato in strada, in viale Abruzzi, a Milano. Aveva sbattuto contro la vetrina di una banca la filippina, Emlou Arvesu, che stava rientrando a casa dopo aver accompagnato uno dei figli dalla sorella. L’aveva colpita diverse volte e, anche quando era caduta a terra, aveva continuato ad infierire con pugni assestati con precisione e brutale violenza. Fino ad ucciderla. Nel maggio scorso, il professore Ambrogio Pennati ha depositato la perizia psichiatrica, disposta dal gip di Milano Cristina di Censo in sede di incidente probatorio. Nella relazione il medico ha segnalato che Fedchenko, assistito dagli avvocati Paola Boccardi e Maria Rosa Santini, era totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto, perché soffre di una grave forma di schizofrenia paranoide.

Dopo il deposito della perizia, il pugile era stato trasferito dal carcere in un ospedale psichiatrico giudiziario. E’ lo stesso pm di Milano Francesca Celle a chiedere, proprio sulla base dell’infermità mentale riconosciuta nella perizia, l’assoluzione dal reato di omicidio aggravato dalla crudeltà, dai futili motivi e dalla premeditazione (il pm aveva chiesto però 15 anni di ospedale psichiatrico). Il giudice ha assolto l’ucraino anche dall’altra imputazione, quella di tentata rapina ai danni della donna, contestata dal pm. Tentativo di rapina che, secondo il gup, non c’è mai stato. L’uomo è stato condannato invece a 9 mesi di arresto (già scontati con la carcerazione preventiva) per detenzione di armi, alcuni coltelli che gli sono stati trovati in casa durante una perquisizione.