Nave da crociera incagliata all’isola del Giglio 6 morti e 4200 evacuati

Sei persone sono morte nell’ incidente occorso ieri sera alla nave da crociera Costa Concordia, incagliata su una secca davanti all’isola del Giglio in provincia di Grosseto. Un bilancio che, per i soccorritori, potrebbe non essere ancora definitivo, mentre, intorno alle due di notte, due o trecento persone attendevano ancora, sulla nave inclinata, di essere tratte in salvo con gli elicotteri. La paura arriva all’ora di cena, quando le 4.200 persone a bordo della Costa Concordia (oltre 3.000 dei quali passeggeri e circa mille di equipaggio) sono a tavola ai ristoranti della nave da crociera nei pressi dell’Isola del Giglio: uno scossone, poi la luce che va via. Il tempo di capire quello che sta succedendo e l’invito ad indossare i salvagente e avvicinarsi alle scialuppe, “per precauzione”. Qualcuno, a bordo, ha pensato al Titanic, di cui tra tre mesi, il 15 aprile, ricorre il centesimo anniversario dell’affondamento. Sembrava, all’inizio, che questa avventura si fosse conclusa senza gravi conseguenze, solo tanta paura. Ma poi, durante l’evacuazione, qualcosa non ha funzionato: molti passeggeri sono caduti in acqua, qualcuno forse vi si è gettato per la paura mentre lo scafo si inclinava sempre più, e ha dovuto vedersela con il freddo del mare e della notte.

Tutte da accertare le cause della morte delle vittime: ipotermia, forse, ma non si esclude un malore, né si sa se fossero tra quelli finiti in acqua. La nave era attesa a Savona per la prima tappa della crociera “Profumo degli agrumi” nel Mediterraneo, ed era partita circa due ore prima da Civitavecchia. L’Isola del Giglio, dove i passeggeri sono stati evacuati in attesa di essere trasferiti in altri luoghi con maggiore ricettività, era a due passi quando il “tempio galleggiante del divertimento”, per motivi ancora da accertare, si è incagliata alle secche di Punta Gabbianara, la punta più a sud dell’isola con alte scogliere, meta preferita dei sub. La Concordia ha cominciato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla che si sarebbe aperta nella zona di poppa. E proprio dall’Isola del Giglio sono partiti i primi soccorsi.

Il sindaco, Sergio Ortelli, ha messo a disposizione scuole, asili, alberghi, “qualsiasi cosa abbia un tetto” e il parroco ha aperto la chiesa per ospitare i passeggeri della nave. Più tardi è cominciato, per alcuni di loro, il trasferimento in traghetto a Porto San Stefano. “Stavamo cenando quando è andata via la luce, abbiamo sentito un colpo e un boato, e le stoviglie sono cadute per terra”. Così ha raccontato Luciano Castro, da bordo della Costa Concordia. All’inizio è stato detto che si trattava di un guasto elettrico, ma tutti si sono accorti che i bicchieri sul tavolo non stavano più in piedi. “Scene da Titanic”, commenta con Mara Parmegiani, giornalista, come Castro, e anche lei per caso tra i crocieristi della Concordia. Prima l’invito ad avvinarsi alle scialuppe “per precauzione”, poi ogni incertezza è stata spazzata via da sette fischi brevi ed uno lungo: il segnale di abbandono nave. Verso la Costa Concordia che stava calando le scialuppe si sono avvicinati anche altri natanti che incrociavano nella zona, anche uno dei traghetti che fa servizio tra l’Isola del Giglio e Porto Santo Stefano, mezzi dei vigili del fuoco da Livorno e da Civitavecchia, delle capitanerie di porto e della guardia di finanza. Verso l’una la situazione si complica: l’armatore fa sapere che “la posizione della nave, diventando più difficoltosa, sta complicando le ultime operazioni di sbarco”. E’ sul fianco, ormai, e a bordo ci sono ancora centinaia di persone. Prima dell’arrivo degli elicotteri, in diversi cadono nelle acque gelide del Tirreno a gennaio.