Capodanno cinese a Roma per Zhou Zeng e Joy

La celebrazione del Capodanno Cinese, che in Cina riunisce le famiglie e rafforza la solidarietà sociale, assume, dopo gli ultimi drammatici eventi che hanno colpito a lutto la Capitale, un significato ancora più importante. La festa, che si è svolta a partire dalle ore 14:00 a piazza del Popolo, in anticipo rispetto all’inizio ufficiale del 23 gennaio prossimo, è stata dedicata alle due vittime dell’agguato di Roma di Via Giovannoli, la piccola Joy e suo padre Zhou Zeng.

Organizzata dall’ambasciata cinese a Roma, la manifestazione è aperta a tutti i cittadini romani e a tutti coloro che lavorano nella Capitale e che condannano ogni forma di violenza e che vogliono partecipare con particolare calore a questa festa. L’evento, che vede la fine dell’anno del Coniglio e l’inizio di quello del Drago, è patrocinato dall’Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Roma, e prevede l’arrivo dalla Cina di quattro importanti compagnie, con circa 160 artisti che si esibiscono in danze, acrobazie, arti marziali e canti tradizionali. Al loro fianco anche musicisti, maestri di Kung Fu e ballerini italiani.

“E’ un evento importante perché chiude l’anno culturale cinese in Italia, iniziato nell’ottobre dello scorso anno – riferisce Yang Yen Yen, capo ufficio stampa dell’ambasciata cinese – ma è soprattutto un evento significativo all’indomani della tragedia di Tor Pignattara che ha addolorato tutti e deve essere un’occasione per ringraziare la comunità italiana che ci è stata tanto vicina e ci ha dimostrato tanta solidarietà. Invitiamo tutti, di qualsiasi etnia a partecipare a questa festa, di iniziare questo nuovo anno all’insegna dei valori dell’amicizia, della non violenza e dell’armonia: non dobbiamo rassegnarci alla violenza ma dobbiamo ribadire con forza i valori della pace, dell’armonia e dell’amicizia”.

“In tanti sono giunti dalla Cina per esibirsi sul palco di piazza del Popolo – aggiunge Yang – la compagnia dei Giovani amici di Shanghai specializzata in diversi generi artistici: danza, coro, marionette musiche popolari e così via. Un altra è la compagnia di acrobazia di Zhejiang, provincia dalla quale proviene la maggiorparte dei cinesi presenti in Italia. Poi – continua – c’è la compagnia delle danze folkloristiche di Jiazhou ed infine la compagnia degli studenti dell’Universita’ delle minoranze etniche, dell’Accademia nazionale di moda di Pechino e la Scuola di Kong Fu Shao Lin di Song Shan. Quest’ultima particolarmente interessante dato che si tratta di una tradizione di arti marziali che si tramanda da oltre un millennio di generazione in generazione ed è legata alla pratica della meditazione”.

Due lunghi draghi animati dagli allievi della Federazione italiana di Wu Shu-Kung Fu, gli artisti e gli acrobati della danza del leone, secondo un rituale che augura buona sorte e prosperità per l’anno a venire. Poi la Compagnia di danza folkloristica dello Shangdong, e poi i giovani immigrati delle scuole di lingua cinese di Roma. Si è esibita anche una delegazione della Scuola Yang di Tai Ji Quan di Roma e gli studenti cinesi che studiano nelle nostre università, elegantemente vestiti con i costumi delle minoranze etniche.

Sul palco lo spettacolo è iniziato con un’esibizione dell’orchestra della polizia municipale di Roma e subito dopo l’ambasciatore cinese a Roma, Ding Wei insieme al sindaco di Roma Gianni Alemanno hanno eseguito il rituale di apertura dipingendo gli occhi di due draghi.

E a partire dalle ore 15:00 circa il direttore cinese dell’Istituto Confucio di Roma Federico Wen presentera le varie esibizioni degli artisti cinesi e italiani. Spettacolari numeri scelti fra i generi artistici più famosi si sono alternati: dalla Compagnia popolare di acrobazie del Zhejiang, composta da 30 elementi, pluripremiata in casa e all’estero (primo premio ottenuto a Roma nel 2005 durante il Festival internazionale del circo).

E ancora, i ballerini della Compagnia folkloristica della città di Jiazhou (della provincia dello Shangdong) in rappresentanza della tradizione di danza del Nord della Cina; la rinomata Compagnia dei giovanissimi artisti di Shanghai; i gruppi di studenti universitari di danza e canto delle minoranze etniche, di arti marziali e di moda, in rappresentanza delle principali accademie della Cina.

Ad arricchire il programma, ogni ora, si è tenuta l’estrazione della lotteria dell’anno del Drago aperta a tutto il pubblico: primo premio un viaggio in Cina per due persone e di seguito anche corsi di Tai Ji Quan, lezioni di Kung Fu; cene nei migliori ristoranti cinesi di Roma; abbonamenti alla rivista bilingue ”Cina in Italia”, apparecchi televisivi, macchine fotografiche e molto altro ancora. In chiusura dalla terrazza del Pincio è in programma uno spettacolo pirotecnico, degno della migliore tradizione cinese.

L’Accademia nazionale di moda di Pechino, considerata una delle migliori scuole cinesi, ha portato costumi e abiti che fanno parte della collezione autunno – inverno 2011. Modelli che sono il risultato di una fusione fra tradizione e innovazione dal punto di vista del taglio, del disegno e del tipo di tessuto.

Le celebrazioni del “Chun Jie”, o Festa di Primavera, saluteranno quindi l’anno del Coniglio e daranno il benvenuto all’anno del Drago, quinto segno dello zodiaco cinese. Animale positivo, dispensatore della pioggia sulla Terra cui veniva associata la figura dell’imperatore che regna in modo virtuoso e assicura il benessere ai suoi sudditi. Diventato simbolo del potere regale nell’antica Cina, solo l’imperatore e il suo seguito potevano utilizzare l’immagine del drago dai 5 artigli, in genere è rappresentato con il colore giallo.

I nati nell’anno del drago sono persone di successo, determinate a raggiungere alti risultati, innovativi e spiriti liberi. Anche nelle sue rappresentazioni, la figura del drago colorata e fiammeggiante esprime una grande carica di energia positiva.