Il Pdl vibonese scoppia chieste le dimissioni del sindaco D’Agostino

La maggioranza a palazzo Luigi Razza non c’è più. Della vittoria roboante al secondo turno nella primavera del 2010 neanche l’ombra. Ad un anno e mezzo dal varo del D’Agostino jr, Vibo Valentia si trova di fronte ad una spaccatura insanabile che ripercorre la rovinosa fine del PdL su scala nazionale.

La questione del contendere sono sempre e comunque le poltrone da assegnare ed in questi frangenti le tensioni si accentuano evidenziano le correnti che si rifanno a Bevilacqua, senatore in pensionamento (laddove si dovesse andare al voto) e Scopelliti, governatore in carica (se l’Udc non lo abbandonerà in corso d’opera).

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’elezione del componente del consiglio d’amministrazione del convitto Filangieri. Presentato il nominativo dal capogruppo del PdL Mazzeo individuato in Gregorio La Gamba, è uscita fuori l’altra candidatura di Vincenzo De Filippis, che ha battuto con 21 voti La Gamba (11 voti) e 1 per Maddalena Basile.

La Gamba era gradito al senatore, De Filippis al governatore. Uno a zero per il secondo e palla a terra per mutuare un linguaggio sportivo in questa partita in cui i cittadini vedono solo il rosso delle casse comunali ed il nero del destino di una città abbandonata al suo destino.

Il Pd gongola dimenticando la magra figura che sta facendo a palazzo ex Enel. “La maggioranza – dichiara alla stampa Michele Soriano – si è sfaldata per ben due volte e si è spaccata su un punto importante come quello dello sblocco edilizio. Questo ci fa capire la debolezza del sindaco che non riesce a prendere una posizione, perché mi aspettavo che almeno intervenisse». E l’analisi dell’opposizione non lascia spazio ad interpretazioni: “Questi segnali sono dettati anche dall’insoddisfazione che i consiglieri provano davanti ad un esecutivo incapace”. E c’è chi già prefigura le “dimissioni del sindaco, perché questa amministrazione non ha un disegno complessivo”.