I furti di opere sacre al Sud

L’Italia è un Paese bello e ricco di Beni naturali e culturali  da fare invidia a tutto il mondo e con i quali “si mangia”, eccome. L’ho scritto tante volte e lo ribadisco anche alla luce dell’emotività suscitata dagli accadimenti degli ultimi tempi che hanno visto, ancora una volta, il perpetrarsi di furti di opere artistiche ai danni di alcune chiese calabresi e non solo.

Questi particolari eventi ti intristiscono e ti sconvolgono perché ti senti denudato. E nel contempo impotente perché sono altri che dovrebbero tutelare i nostri Beni, ma ti accorgi che attorno c’è tanta indolenza ed indifferenza. Che rabbia!

L’Italia possiede un inviadibile tesoro in opere d’arte e beni culturali in genere che ne fanno un giusto motivo di orgoglio nazionale. È un patrimonio, un’eredità che si è andata accumulando man mano che le varie culture passavano attraverso la nostra penisola impreziosendola di opere e apportandovi vitali spazi di conoscenze nuove.

Migliaia e migliaia di testimonianze di tutte le forme artistiche ed espressive da nord a sud, in tuttala Penisola.

Epoche e uomini che hanno lasciato un patrimonio che va ben oltre il valore umanistico, pur notevole. Grazie a loro, oggi il nostro Paese si ritrova arricchito enormemente di opere culturali di ampio respiro. E però, l’indifferenza politica e la pochezza del nostro senso della proprietà artistica e dell’appartenenza rischiano di non salvaguardare, come  si dovrebbe, tutto questo.. Insomma sono molte le opere artistiche, monumentali ed umanistiche non perfettamente al sicuro dalle insidie del tempo e dell’uomo e dei furti sacrileghi e, cosa incredibile, anche dalla profanazione dei luoghi di culto come accaduto, non molto tempo fa, nella chiesa di san Cataldo a Cirò Marina e nel santuario della Madonna Greca di Capo Rizzuto. Ma in fatto di furti, ultimo caso di questi giorni, nella vicina Melissa nella chiesa dell’Udienza è stata danneggiata la statua della Madonna e rubate le corone della Vergine e del Bambinello assieme ad altri oggetti sacri di uso liturgico.

E negli anni scorsi, per rimanere alla sola Calabria, eclatanti sono stati i furti dell’imponente ostensorio ottocentesco in argento dello scultore serrese Domenico Barillari  dalla chiesa Matrice di Serra San Bruno e della massiccia cornice argentea dell’icona della Madonna di Capo Colonna dalla cappella privilegiata della Basilica Minore di Crotone e mai più recuperati. Ma grave, gravissimo, quanto accaduto negli anni e nei mesi scorsi: sono stati rubati Madonne e soprattutto Bambinelli di notevole valore artistico e spirituale. A Belmonte C., San Fili, Paola e Mirto Crosia nel cosentino; nel vibonese a Capistrano il Bambinello della Madonna della Montagna di Polsi del 1759 dello scultore Antonio Regio da Serra San Bruno e altri furti a Spilinga, Pizzoni e a San Costantino e nel territorio reggino a San Ferdinando e a Siderno. Nella provincia crotonese, alla fine dell’agosto del2006, aCrucoli trafugati il Bambinello della Madonna di Manipuglia e la corona d’oro realizzata appena tre anni prima, due angioletti posti ai piedi della Vergine, due putti della statua di santa Filomena e il Bambinello del san Giuseppe. Parte di questo sacro bottino è stata, per fortuna, recuperata, nei giorni immediatamente successivi, in terra siciliana, per la gioia dei fedeli di Crucoli e Torretta.

Ma cosa si è fatto e si fa per difendere e tutelare tutta questa preziosa eredità? Quanto fatto finora si sicuro non basta, se troppo spesso sentiamo parlare di sottrazione di opere insigni da musei, pinacoteche e chiese. Questi continui tristi eventi mi convincono che i mezzi a disposizione, le risorse,  per la salvaguardia del nostro patrimonio artistico sono assai scarsi, tanto scarsi che spesso non si riesce a difendere le preziose opere neanche dalla mania distruttrice di qualche matto. Quante risorse si sperperano per sagre, festival e canzonette nelle piazze in occasione delle feste patronali! Quante inutilità nelle stesse chiese!  Quale futuro?