Rosarno, in manette i titolari della Agrosucchi di Palaia parenti di Giuseppina Pesce

I carabinieri del Comando Provinciale, del Noe e del Nas e Squadrone Eliportato Cacciatori nel corso di mirati servizi finalizzati alla ricerca di latitanti della ‘ndrangheta, nella sua articolazione locale denominata cosca Pesce, hanno arrestato per realizzazione di discarica abusiva in regione in cui vige lo stato di emergenza rifiuti e detenzione e commercio di sostanze alimentari nocive Gaetano Palaia, nato a Rosarno il 02.01.1946, censurato, commerciante e Gianluca Palaia, nato a Rosarno il 12.07.1975, censurato, commerciante;rispettivamente padre e figlio, titolari dell’impianto di lavorazione e commercializzazione di prodotti agrumari denominato “Agrosucchi di Palaia”, con sede in Rosarno in via Serricella nr. 3.  Gaetano Palaia, 65 anni, e i suoi due figli Gianluca, 36enne, e Giovanni, di 29 anni, , suocero e cognati di Giuseppina Pesce, la collaboratrice di giustizia figlia di Salvatore, membro dell’omonima e potente cosca di Rosarno. Sono finiti in carcere per avere realizzato una discarica abusiva e per detenzione, ai fini commerciali, di sostanze nocive. L’arresto dei tre Palaia è giunta alla fine di una perquisizione all’abitazione e alle aziende di famiglia, dopo l’apertura dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria. Secondo quanto emerso nelle scorse settimane, infatti, la collaboratrice di giustizia, durante il primo periodo della sua collaborazione con i magistrati dell’antimafia reggina, avrebbe iniziato a sentire telefonicamente i familiari del marito Rocco Palaia. Questi, anche attraverso un legale di fiducia, avrebbero fatto sapere alla donna che in caso avesse voluto ritornare sui suoi passi, la famiglia le avrebbe dato una mano. Per i magistrati della Dda Alessandra Cerreti e il procuratore aggiunto Michele Prestipino, quello rivolto a Giuseppina Pesce da parte dei Palaia, non sarebbe stato un invito, ma quasi un ordine. Dalla sua nuova collaborazione sono stati prodotti altri quattro verbali, nella quale la donna ribadisce le accuse nei confronti di tutta la sua famiglia, coinvolta nel processo “All inside”, in corso davanti al collegio del Tribunale di Palmi.