Al Porto di Gioia Tauro pronte a partire le lettere di licenziamento

Il volume di traffico del porto di Gioia Tauro non aumenta. Ed in questo modo non si supererà  la crisi in cui da tempo versa lo scalo calabrese. A nulla è valsa la riduzione delle tasse di ancoraggio. A nulla lo sforzo dei lavoratori in termini di produttività. Ed ora, visto che anziché aumentare, il volume si è ridotto, per evitare di andar troppo sotto l’Autorità Portuale ha deciso di sospendere la riduzione delle tasse. Il numero uno di Msc, Gianluigi Aponte, aveva definito Gioia Tauro il miglior hub del Mediterraneo. L’aiutino potrebbe arrivare dal decreto Milleproroghe, che, proprio per il porto, come si può leggere in cronaca, prevede 18 milioni. Ma sono milioni che potrebbero solo allungare l’agonia. Tant’è che la Cgil ha convocato d’urgenza una conferenza stampa. Il rischio è concreto: a perdere il posto potrebbero essere gli oltre mille lavoratori del porto, ma anche per i tanti dell’indotto. Non vi gira intorno all’argomento il segretario generale della Fiom Cgil, Pasquale Marino: “le aziende subappaltatrici di rizzaggio, sono tutte nessuna esclusa in cassa integrazione straordinaria a zero ore o ad orario ridotto”. Lo stesso per ciò che attiene l’area retro portuale, laddove tutte le aziende metal-meccaniche, che operano tra la prima e la seconda area industriale, hanno fatto ricorso a strumenti di cassa integrazione straordinaria o mobilità sia ordinari che in deroga.