Luis Enrique la vergogna della Roma vattene per il bene del club!

I sardi passano 2-1 all’Olimpico e lasciano ai giallorossi solo il ricordo di una superiorità tecnica mai tradotta in occasioni da gol. Daniele Conti, figlio di Bruno, responsabile del settore giovanile giallorosso, sblocca il risultato al 23′ della ripresa, un minuto dopo José Angel, uno dei migliori fra i suoi fino a lì, si fa espellere, conclude l’opera l’uno-due di El Kabir e De Rossi, in gol a tempo abbondantemente scaduto. Nel primo tempo, quanto a occasioni, da segnalare solo una traversa di Biondini. Come dire, se la Roma non migliorerà in fase di finalizzazione sarà una stagione per lei impervia. Tutta colpa di Luis Enrique. Desaparecido Kjaer, in difesa gioca Heinze, alla sua prima partita ufficiale con i giallorossi, a centrocampo esordisce Pjanic, mentre in avanti Osvaldo (che festeggia le 100 gare nel calcio italiano) affianca Totti e Bojan. Rosi infine è preferito a Cassetti. La Roma dello spagnolo è una squadra vivace ma nulla più, incapace di trasformare una evidente superiorità tecnica in nitide occasioni da gol. La costruzione della manovra funziona anche, ma il meccanismo si inceppa sulla trequarti o anche più in là, con gli attaccanti che mai si rendono davvero pericolosi. Tanto che il primo intervento di Agazzi è registrato dopo 16 minuti, e neanche dopo il Cagliari trema davvero. Anzi per dirla tutta l’occasione migliore del primo tempo capita a Biondini, che al 43′ colpisce la traversa con un destro da fuori. Il Cagliari, da parte sua, appare un po’ stordito dall’esordio, poco reattivo all’inizio e via via più presente, ma mai brillante né per personalità né per manovra. E’ la Roma a far vedere le cose migliori, soprattutto nel finale: rialzata la linea del pressing, i giallorossi ritrovano forza e velocità per tentare il colpo a sorpresa in chiusura di tempo. Ma il Cagliari a questo punto è in partita, e il tardivo risveglio giallorosso non basta. Nella ripresa torna in campo la Roma aggressiva e tenace vista in avvio, perennemente proiettata in avanti ma non per questo capace di creare occasioni da gol. Il Cagliari è ordinato e attento, ma non può essere solo questo a rendere alla fine inoffensiva la gran mole di gioco prodotta dai giallorossi. Finché Luis Enrique decide di cambiare: fuori Bojan, in effetti l’attaccante giallorosso più in ombra, dentro Borriello. Ed è proprio l’ex rossonero a riaccendere l’entusiasmo dell’Olimpico, sfiorando il gol al 18′: cross di Totti, tocco al volo di sinistro sotto rete, e Agazzi salva un gol fatto, deviando in angolo. Cinque minuti e la situazione si capovolge: Conti sa approfittare di un rinvio troppo corto di José Angel, raccoglie di destro e infila Stekelenburg con un destro incrociato. La sua esultanza a torso nudo, per il gol n. 5 alla Roma, viene punita con un’ammonizione. Ma non è finita, perché il difensore spagnolo perde la testa, e atterra Biondini in area cagliaritana con un fallo tanto stizzoso quanto inutile. Gava opta per il rosso diretto, e la Roma si ritrova in svantaggio di un gol e in inferiorità numerica. Luis Enrique gioca allora le carte Gago, che subentra a Rosi, e Borini al posto di uno spremuto Osvaldo: il giovane attaccante trova anche il gol un minuto dopo il suo ingresso, ma Gava aveva già segnalato un fuorigioco. Il finale è incandescente ma niente da fare. Il furore giallorosso si traduce solo in un paio di punizioni di Totti e in un’occasione di Osvaldo, il cui tiro è rimpallato da una spalla di Astori. Salvo il colpo di scena finale: al 49′ il Cagliari raddoppia con El Kabir, entrato al 42′, al 51′ De Rossi regala ai suoi il gol della bandiera. Alla fine troppo poco, per una Roma che ha prodotto molto ma tirato col contagocce.