Cittanova, la piazza dello Zomaro intitolata al piccolo Antonio Crogliano

Nel 1958, in Calabria nacque un bambino, i suoi genitori felicissimi gli diedero come nome Antonio. Crogliano Antonio era un bambino allegro e vispo, come tutti i bambini della sua età, cresceva forte ed in salute ma come tanti in quel periodo era anche povero. A quei tempi esistevano le colonie, destinate anzitutto a bambini e adolescenti delle classi più abbiette, per permettere  un periodo di svago e di cure sia igieniche che alimentari necessarie alla crescita. Quando nel 1969, Antonio seppe dai  suoi maestri di scuola che il 9 agosto sarebbero andati in gita sullo Zomaro, sarà stato sicuramente felicissimo e avrà fatto i salti di gioia, al pensiero che avrebbe passato una bella giornata all’insegna del divertimento. La giornata procedeva bene, tutti i bambini giocavano e si divertivano, ma il destino è strano. Ad un tratto Antonio si allontanò dal gruppetto, perché aveva visto uno scoiattolo e voleva vederlo più da vicino o chissà per quale altro motivo, purtroppo si allontanò più del dovuto e si perse. I suoi maestri che si dovevano occupare di tantissimi alunni, probabilmente non si accorsero di nulla fino a tarda ora, quando, probabilmente, un compagno di Antonio fece notare alla maestra l’assenza dell’amico. Fra la disperazione cominciarono delle estenuanti ricerche da parte degli insegnanti e dei ragazzi più grandi che frequentavano la colonia, ricerche che però non andarono a buon fine per quel giorno, perché l’ora tarda costringeva tutti a tornare a casa. Appena arrivati alla colonia furono avvertiti, sia i genitori di Antonio, che i soccorsi. Le ricerche andarono avanti per alcuni  giorni, fra le lacrime di amici e parenti, e, racconta Rosario Galluccio, “io posso solo immaginare la paura che provava Antonio, lì da solo fra le montagne, al freddo e alla esposizione di chissà quali pericoli e non ho dubbi che i genitori avranno sofferto tantissimo nell’angoscia di quello che gli sarebbe potuto succedere, o gli era già successo”. Dopo tre giorni Antonio purtroppo fu trovato morto, ma sarà stata sicuramente una morte atroce. Quante grida avranno sovrastato il silenzio delle notti quante volte Antonio avrà creduto che i suoi genitori l’avessero scordato lì, quante volte avrà pregato che qualcuno ascoltasse i suoi lamenti finchè la stanchezza non lo ha sopraffatto e si è addormentato per mai più risvegliarsi. Questo ragazzino aveva sicuramente lottato per sopravvivere, ma i suoi sforzi non sono serviti a salvargli la vita. “Mi chiedo quante cose avrebbe potuto fare Antonio, se ce l’avesse fatta – osserva Gallucccio – mi chiedo se suo padre gli avesse mai detto che gli voleva bene, o se avrebbe mai avuto una moglie e dei figli da amare, come lui è stato amato. Forse i fatti non sono andati esattamente così, non possiamo esserne certi, ma una cosa è certa, questo bambino ha acquisito il diritto di essere ricordato, e il miglior modo per farlo, penso,  è quello di dedicare la piazza sullo Zomaro al suo nome, perché non venga dimenticata la storia di questo “piccolo esploratore” che purtroppo non ce l’ha fatta”. A distanza di 43 anni, Cittanova ricorda “perché la sua morte è servita anche da monito per tutti i genitori che portano i figli in montagna. Per questo ho  proposto alla Giunta e lo farò anche in consiglio comunale, l’intitolazione della piazza sullo Zomaro allo sfortunato Antonio Crogliano, poiché credo che intitolare la piazza ad Antonio, sia la cosa migliore da fare, tanto più che la piazza , non presenta alcun nome e quindi non si fa un torto a nessuno intitolandola a questo bambino. Oltretutto non ci sarà alcuna spesa che graverà sul bilancio comunale . Sarà semplicemente un ricordare un bambino che voleva passare una giornata diversa in compagnia di altri coetanei e che purtroppo ha avuto un crudele epilogo”.