Il Governo punta ad aumentare gli stipendi del 7% al mese

Un incremento mese per mese in busta paga pari all’accantonamento mensile per la liquidazione: circa il 7% dello stipendio lordo. A conti fatti come avere uno stipendio in più ogni anno. Una quattordicesima, per quelli che non ce l’hanno, o una quindicesima mensilità. Si tratta, dunque, di una terza via alla destinazione del Tfr: direttamente al lavoratore, per portare liquidità in più alle famiglie, provare a stimolare i consumi, dando così un’accelerata alla crescita. Quello che era nato sotto il fascismo come ammortizzatore sociale in caso di cessazione improvvisa del rapporto di lavoro e che rimane un unicum nel trattamento previdenziale occidentale, potrebbe quindi svuotarsi completamente e definitivamente della sua funzione diventando una voce del salario. Dal 2007, secondo quanto stabilito dal governo Prodi, ministro era Tommaso Padoa- Schioppa, sta ai lavoratori scegliere se destinare l’accantonamento del Tfr all’Inps (all’azienda, se sotto i 50 dipendenti), per vedersi erogata la liquidazione al momento della cessazione dal servizio, o a fondi pensione, e costituirsi così un secondo trattamento pensionistico, da affiancare a quello obbligatorio. Se la proposta verrà approvata, accanto al “secondo pilastro” previdenziale, per garantire agli anziani di domani pensioni di importo adeguato, se ne costruirebbe un terzo: non solo edificare per la vecchiaia, ma puntellare il presente.