Serra San Bruno e Tropea, il consigliere Salerno difende gli ospedali

L’ex presidente della commissione sanità della regione Calabria, Nazzareno Salerno, esponente del Pdl, torna a criticare il ridimensionamento sanitario delle strutture di Serra San Bruno e Tropea nel Vibonese. “Sarebbe un errore grossolano associare all’applicazione  del decreto 18 l’impossibilità di provvedere ad una efficace organizzazione nei presidi ospedalieri del Vibonese. Il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha chiarito che il Piano di rientro va tradotto in realtà, ma sono convinto che egli è altrettanto certo del fatto che comunque bisogna garantire quei livelli essenziali di cui la popolazione non può fare a meno. Lo stesso dirigente del dipartimento Tutela della Salute, Antonino Orlando, che, a ragione, può ritenersi un valido rappresentante della Regione in campo sanitario, ha spiegato che senza dubbi bisogna garantire un efficiente servizio inerente l’emergenza-urgenza, che il day surgery chirurgico va assicurato anche attraverso la giusta dotazione di medici e personale, che nei presidi di Tropea e Serra San Bruno non si può fare a meno di anestesisti e radiologi. Non mi pare che nascondersi dietro le affermazioni di Scopelliti riguardanti solo ed esclusivamente quanto previsto dal Piano di rientro possa costituire una difesa contro la contestazione di altre azioni o altre scelte che si discostano in maniera significativa dallo stesso decreto 18. Contestazione che punta a ristabilire una ragionevole organizzazione del personale che possa consentire il corretto utilizzo delle strumentazioni disponibili. Su questo come sui diversi aspetti della reimpostazione della sanità vibonese intendo andare a fondo non per intromettermi nella fase gestionale ma per difendere il sacrosanto diritto alla tutela della salute delle popolazioni interessate. Come consigliere regionale intendo vederci chiaro, oltre che sulle situazioni di Tropea e Serra San Bruno, anche sulla riconversione in ospedale distrettuale del presidio di Soriano e sull’ospedale di Vibo che dovrebbe essere un centro Spoke e che, purtroppo, ad oggi è un nosocomio congestionato che non riesce a dare complete risposte sanitarie e che a volte, come nel caso dei 18 chirurghi trasferiti nel capoluogo a fronte di soli 14 posti letto, è costretto a vivere controsensi che lo rendono bersaglio di ulteriori critiche. Non è di questo che avrebbe bisogno un ospedale che, a causa del cinismo che ha accompagnato alcuni eventi, ha subito notevoli danni d’immagine. Un primo provvedimento, al contrario, potrebbe essere rappresentato dall’assunzione di personale a tempo determinato che il dirigente del dipartimento Tutela della salute ha già suggerito per iscritto e ribadito anche nella recente riunione a cui, assieme ai Commissario dell’Asp, ho partecipato. Ripeto che Scopelliti ha espresso la sua posizione in merito al decreto 18, non al metodo ed al merito organizzativo. Se i Commissari pensano o sono convinti che ci sia dell’altro, allora occorre vederci chiaro anche su questo e a quel punto dovrà essere Scopelliti ad esplicitare inequivocabilmente ogni dettaglio. Finora, abbiamo assistito solo all’inizio della traduzione in realtà dei suggerimenti disposti dal dirigente del dipartimento Tutela della Salute, Antonino Orlando, e questo è avvenuto in maniera parziale visto che l’arrivo di una nuova ambulanza con autista non può bastare ma deve essere integrata con l’ausilio dei medici e degli infermieri necessari. D’altronde, i cittadini si aspettavano azioni più incisive da una Commissione nominata dal Ministero dell’Interno per eliminare le infiltrazioni mafiose e che, invece, ha, allo stato, preservato i responsabili del disastro sanitario. Ad ogni modo, è mio dovere difendere il diritto alla salute della popolazione vibonese che può essere garantito mettendo in pratica una reale discontinuità e la riorganizzazione delle posizioni dirigenziali dell’Asp e, a tal proposito, non escludo nuove azioni per perseguire questo scopo ed essere al fianco delle nostre comunità”.