Ruggero e Giuditta, rivivere la cittadina normanna

“L’amor che move il sole e l’altre stelle” (Dante, Paradiso, XXXIII) ha mosso il sentimento della storia di Mileto, già prima che il sommo poeta potesse immaginare il suo poema. Il mito della fondazione delle grandi civiltà ha sempre un risvolto storico-mitico. Mileto può vantare invece una vera storia d’amore, quella di Ruggero D’Altavilla e Giuditta d’Evreux, con una data precisa, Natale 1061. Il normanno Ruggero, senza titoli e senza regno, ultimo nella discendenza degli Altavilla, ma forte nell’amore e della spada, ha conquistato primala Calabria, poila Sicilia, creando i presupposti per la nascita dell’impero normanno-svevo quando Enrico VI si è unito a Costanza d’Altavilla. Quell’eredità è sembrata rivivere ieri nel pomeriggio con la rievocazione delle nozze di Roberto e la sua Giuditta conquistando anche il sentimento della moltitudine accorsa per vivere da vicino l’evento che ha segnato la storia europea, a partire dall’epopea di Ruggero fino all’ascesa di Federico II nella prima metà del XIII sec. (fondatore della Magna Curia a Palermo, luogo di incontro tra filosofi, scienziati e poeti provenienti da tutto il Mediterraneo, che hanno dato vita ad un’esperienza culturale irripetibile). Una spettacolare cornice ha accompagnato il corteo nuziale, con  tantissimi figuranti che hanno sfilato per il corso principale della cittadina, addobbati come si conveniva ad una celebrazione degna del tempo. Sbandieratori, suonatori di tamburi, giocolieri, paggi, falconieri, cavalieri, hanno riempito di colori e di suggestione le vie riportando Mileto di un millennio e mezzo secolo indietro. L’amore trionfa e trionfa anche la grandezza passata di Mileto, finché il grande sogno di Ruggero non si spegne nel 1101. Il matrimonio tra Ruggero e Giuditta, a futura memoria, sono state rievocate sul sagrato della chiesa della Badia intitolata alla Santissima Trinità, l’antica abbazia della Mileto antica, quella fatta edificare da Ruggero (i reperti si possono ammirare nel parco archeologico). Nei panni di Ruggero, Roberto, in quelli di Giuditta Nadia, anche loro col desiderio di coronare il loro sogno d’amore, ma senza spada. Nelle parole del sindaco Vincenzo Varone è riecheggiato il valore e l’importanza dell’evento e il significato che l’amministrazione comunale vuole dare alla storia e alla cultura della cittadina normanna, per ricercare le radici di una identità che non deve essere “scordata”, ma “corda” che risuoni nel cuore di una comunità, in questo continuo palpito tra passato, presente e futuro, in quanto – ha sottolineato con profondità –  “la memoria è l’anima di una comunità”. Non è un caso che le muse, le protettrici e ispiratrici dell’arte e del pensiero, con una specifica funzione politica, per favorire la concordia degli dei con il canto e la poesia, siano figlie di Mnemosyne e di Apollo. Ecco l’importanza di rievocare la storia, per costruire la civiltà del futuro, che deve trovare le sue radici nell’anima della memoria, ed è importante dare continuità a questa prima edizione, che verrà istituzionalizzata. Per questo Varone ha voluto ringraziare il Presidente del Consiglio comunale Pino Bulzomì (ideatore dell’evento), e tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, a cominciare dal presidente della Provincia Francesco De Nisi e dall’assessore provinciale alla Cultura Michele Mirabello presenti alla manifestazione. Ma come tutti gli eventi importanti, anche le nozze di Ruggero e Giuditta dovevano essere rievocate con un Palio. Così 12 cavalieri, in rappresentanza dei feudi fedeli al conquistatore normanno, si sono sfidati in singolar tenzone. La giostra si è svolta nel campo sportivo con una partecipazione al di là di ogni aspettativa. A conquistare il podio di questo storico evento, Armando Caminiti del “Feudo Rosarno”, mentre al secondo posto Luigi Columbro, “Feudo Monteleone, e al terzo  Francesco Ciurleo “Feudo Rosarno”. A presentare la manifestazione Alessandra Giulivo, mentre Pino Bruzzese ha curato la direzione artistica, Aurelio Timpani (presidente del circolo ippico “La Chiusa” di Calimera) quella del palio.