Briatico, il sindaco Prestia invitato a dimettersi

In una pepata nota stampa Agostino Vallone, esponente politico briaticese, critica su tutta la linea la giunta Prestia. “Ora basta! Se fino ad ora ho avuto pazienza ed ho taciuto è stato per rispetto delle Istituzioni.  Però tutto ha un limite. La tolleranza e la pazienza si sono esaurite di fronte a l’ennesimo atto di violenza nei confronti della popolazione della frazione di San Costantino di Briatico. Questa popolazione non meritava e non merita una tale fustigazione. I fatti. Piazza Baracche, nella frazione di San Costantino ospita un monumento di forma piramidale di recente costruzione e mai inaugurato. L’idea di far sorgere un monumento in quel punto è stata della ex amministrazione comunale. L’intento non era quello di erigere un monumento alla Massoneria come qualcuno ha malignamente sospettato, né di costruire una base di lancio missilistica, né di piantare un albero di Natale con tutto il rispetto  per tutte le persone che a Natale addobbano le loro case col tradizionale albero. Niente di tutto questo. L’intento era di affiggere in ogni lato della piramide una lapide che ricordasse, nella logica di un contesto storico e culturale omogeneo: i caduti di tutte le guerre  (non esiste in San Costantino un monumento ai caduti). I caduti sul lavoro (le cosiddette morti bianche); le vittime del terrorismo; le vittime della mafia. Nel rimodulare il progetto l’attuale  amministrazione ha ritenuto opportuno sostituire le targhe con altre dediche: al cittadino Francesco Riggio; agli emigranti; agli eroi del Risorgimento; ai cari defunti. Nulla da eccepire qualora il progetto fosse stato partorito dall’attuale amministrazione. Ma ritengo che quando una persona come il nostro sindaco rivendica rispetto personale e rispetto istituzionale, debba avere ugualmente rispetto per i propri cittadini e per chi lo ha preceduto a rappresentarli nelle istituzioni. Il nostro sindaco, più volte invitato dalla minoranza a dimettersi, ora è osteggiato dalla sua stessa maggioranza. È stato prima accusato duramente di essere poco collegiale e di non esse stato imparziale nella distribuzione delle deleghe (vedi le dichiarazioni del consigliere dimissionario Anile e vice presidente del consiglio) poi è stato tacciato da incompetente dal capogruppo Bagnato (vedi le sue dichiarazioni sulla stampa), in seguito  abbandonato dal presidente del consiglio Staropoli, dall’assessore Savino e dal consigliere Bulzomato. Desidererei, qualora ne trovasse il tempo in un transitorio armistizio con i suoi, che spiegasse a me ed ai cittadini quale logica è stata adottata e a quale contestualizzazione storica, culturale o folklorica si è ispirato per riabilitare “l’albero della discordia”. Credo invece che l’unica logica  è stata suggerita dalla cultura del dispetto se non addirittura quella della vendetta. Ammonisco chiunque volesse strumentalizzare tali dichiarazioni perché ho grande rispetto per gli emigranti e per i cari defunti. Potrei essere critico nei confronti degli eroi del Risorgimento in linea con quanti vorrebbero un serio revisionismo della storia dell’Unità d’Italia come Pino Aprile con “Terroni”, Giordano Bruno Guerri con “Il sangue del sud”, Salvatore Scarpino con “La guerra Cafona”, Gigi Di Fiore con “I vinti del Risorgimento”, Lorenzo Del Boca e Emanuele Filiberto di Savoia con “Maledetti Savoia Savoia benedetti” ed infine “Il fuoco del Sud” di Lino Patruno solo per citare alcuni titoli e senza prendere in considerazione le varie rubriche ed articoli dedicate a questo tema da parte dei quotidiani regionali e dal mensile “Monteleone”. Certamente non ho nessuna riserva nei confronti di un rispettabile concittadino come “Don Ciccio Riggio” persona onesta e generosa verso tutti ed in particolare nei confronti della mia famiglia ed di mio padre. Sono amico fraterno dei figli e godo di ottima stima della signora Vittoria Garrì vedova Riggio. Ha torto invece chi ha voluto relegare fuori di ogni contesto la figura di Francesco Riggio che certamente merita un riconoscimento in un contesto storico, sociale e culturale più consono alle caratteristiche dell’uomo, del professionista e del politico. È prevalsa invece la logica del “polpettone” suggerita al nostro Sindaco dalla mente di qualche stratega suo spalleggiatore o da qualche improvvisato direttore dei lavori che si aggira  spesso nei cantieri delle opere pubbliche. Si arriva così a non avere rispetto per gli altri, a non avere rispetto per quelle donne e per quegli uomini che dal posto di lavoro non fanno più ritorno al loro “nido”, a non avere rispetto per i caduti di tutte le guerre, a non avere rispetto per le vittime del terrorismo e per le vittime della mafia. Ancora si tentenna sul completamento del Parco Giochi di San Costantino ed intitolarlo ad Iqbal Masih vittima della mafia dei tappeti in Pakistan, simbolo della lotta allo sfruttamento minorile e della violenza sui minori (problema alquanto attuale visti i recenti fatti di Mileto) e se dedicare il Campo Polivalente a Domenico Gabrieli detto Dodò, vittima innocente della ‘ndrangheta. E dire che mi ero rallegrato e avevo condiviso la proposta di intitolare una Piazza ai Magistrati Falcone e Borsellino. Nel momento però di dimostrare coerenza, nel momento di essere “uniti a coorte” contro ogni tipo di violenza e di sfruttamento, contro ogni tipo di criminalità organizzata e di illegalità, di essere solidali con tutte le vittime, si tirano indietro senza giustificazione alcuna, mortificando tutti i cittadini compresi quelli che avevano posto fiducia nel loro programma amministrativo. Potrebbe essere comprensibile, ma non giustificabile né condivisibile la rimodulazione dei progetti destinati a dare dignità alla frazione di San Costantino rispettando canoni storici, culturali e folklorici  esclusivi di questa comunità, oppure effettuare l’operazione di ridistribuzione delle risorse a favore di altri territori del Comune, come il decurtamento di fondi destinati alle opere di San Costantino e Mandaradoni per completarre il progetto rimodulato della Piazza “Della Pace “ di Potenzoni. Ma non capirò mai e quindi non giustificherò mai chi continua ad offendere una intera comunità e ad agire in maniera irrispettosa nei suoi confronti. Come con capirò mai chi crede di risolvere il problema del cimitero di Potenzoni-San Costantino con una semplice lapide dedicata “Ai cari defunti”. Pertanto imploro il nostro Primo Cittadino a fare autocritica, fare un passo indietro perché c’è ancora il tempo per rimediare. Per ricordare la memoria di Ciccio Riggio si può trovare certamente una soluzione più congeniale e più condivisibile anche dai famigliari. Per gli emigranti si possono trovare i locali per ospitare il museo dell’emigrante. Si può completare piazza Baracche e ampliare piazza Della Croce come da progetto originario e renderlo biglietto da visita per chi entra in paese.Certamente sono consapevole che oltre a fronteggiare le lotte intestine, il Sindaco  ha altri annosi problemi da risolvere come quelli inerenti alla rete idrica e fognaria, alla pubblica illuminazione, alla pulizia delle frazioni e delle spiagge, all’erosione costiera, al dissesto idrogeologico del territorio e alla raccolta della spazzatura che ancora sommerge le strade frequentate dai pochi turisti. (A proposito: complimenti per il nuovo punto di raccolta della spazzatura di San Costantino). È vero anche che “l’abito non fa il monaco”, ma è altrettanto vero che un corpo pulito, profumato, ben curato e ben vestito è più attraente di uno vestito di stracci e olezzante. Signor Sindaco, se non se la sente di continuare lasci, finché in tempo, in modo tale che i cittadini di Briatico possano tornare alle urne liberamente e democraticamente, non si renda complice di un arresto di civiltà e di un regresso che in questo momento la Città di Briatico non merita”.