Tropea, Vallone è il nuovo sindaco ma Repice non ci sta…

Francesco Barritta
Per gli avvocati della lista Passione Tropea non sarà un ferragosto di riposo. Appresa la sentenza del Consiglio di Stato, la coalizione che ha come leader Adolfo Repice intende, infatti, valutare se esistano ulteriori margini per riaprire il contenzioso giuridico sull’esito delle elezioni dello scorso anno. I componenti di Passione Tropea dicono, infatti, in un manifesto affisso in città, di non volersi tirare indietro e di essere “determinati a ristabilire la verità dei fatti in tutte le sedi e con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione”. Non è ancora chiaro come intendano agire dal punto di vista legale, anche se Sandro D’Agostino, ex capogruppo e delegato alla Cultura con la maggioranza Repice, ammette che “ancora si stanno facendo le opportune valutazioni”. Per D’Agostino, però, il problema rimane “di natura politica”, nel momento in cui Vallone e i suoi sostenitori hanno dichiarato che “le elezioni erano viziate per un anno e mezzo, parlando di brogli in quanto si sarebbero recate a votare persone che non avrebbero potuto. È evidente – secondo D’Agostino – che dal punto di vista della dignità personale dovrebbero dimettersi, perché non si può dire una cosa nel momento in cui vincevamo noi e un’altra ora che hanno vinto loro per un voto”. Ma, al di là degli eventuali ulteriori spazi di manovra che la giurisprudenza potrebbe concedere, Passione Tropea non intende sottrarsi al proprio ruolo di minoranza. Un ruolo che intende interpretare assicurando la massima attenzione sugli atti della nuova amministrazione e suggerendo, in modo anche costruttivo, delle ipotesi di cui possa giovarsi la città. Un esempio viene dalla gestione del porto turistico che, come è noto, durante i 14 mesi di amministrazione Repice, è tornato a essere governato in forma diretta dal Comune. Passione Tropea rilancia gli slogan “Il porto ai tropeani” e “Giù le mani dal porto”, ma apre uno spiraglio, con una proposta nuova, anche a una gestione della struttura affidata all’esterno e a soggetti privati. “Il giudizio amministrativo – afferma il gruppo di Passione Tropea – che oppone il Comune alla società “Porto di Tropea spa” ha visto fin qui vincenti le tesi sostenute dal Comune rappresentato dall’amministrazione Repice, e finalizzate a restituire il porto ai Tropeani. Pertanto, contrasteremo e denunceremo pubblicamente qualsiasi cambio di rotta che l’attuale amministrazione dovesse assumere, perché sarebbe fatto in palese danno dell’interesse di Tropea e dei tropeani”. Per la coalizione di Repice, la struttura portuale potrà essere affidata a privati, ma solo attraverso un bando pubblico che preveda un canone di concessione vantaggioso per il Comune. E qui sta, forse, la novità in grado di avvicinare le posizioni di maggioranza e minoranza. Un bando pubblico trasparente che assicuri, anche nell’ottica del federalismo fiscale, nuove entrate alle casse comunali. “Qualsiasi manovra sospetta – è il monito di Passione Tropea che dimostra di non voler comunque rinunciare al ruolo di controllo proprio della minoranza – sarà denunciata all’opinione pubblica ed alla Procura della Repubblica”. In ogni caso, il gruppo di opposizione sarà presente a tutte le sedute del consiglio comunale, intendendo porre anche queste questioni nella sede più appropriata.