Crisi, balla la Francia rischia di saltare l’euro

L’illusione dei mercati e della finanza sta finendo. I soldi facili, le politiche di carta stanno crollando come castelli di sabbia. Il mondo scopre che ha smesso di lavorare. Ha prevalso l’illusione dei banchieri. L’euro si sta rivelando un flop e lo si scopre ora che sotto “attacco” c’è la Francia. Le agenzie di rating pensano, anche se smentiscono ufficialmente, di declassare il merito di credito di Parigi. Effetto domino. Giù Milano. Giù l’Europa delle Borse. E anche Wall Street, che ieri dopo le parole della Fed su crescita rallentata ma tassi ai minimi per altri due anni aveva operato un rimbalzo spettacolare, si è messa a guardare oltre l’Atlantico, per chiudere con il Dow Jones in calo del 4,65% e il Nasdaq in flessione del 4,12%. Il ragionamento di tutti gli investitori del mondo è piuttosto semplice: se saltasse la Francia, salterebbe l’euro, e si aprirebbe una fase incognita e tumultuosa per economia, politica e mercati. Tanto è bastato perché le principali banche francesi (ed europee) Socgen, Credit Agricole, Bnp Paribas, sprofondassero nelle vendite, con prezzi finali tra il -15 e -20%, nonostante alcune di esse si affrettassero a dichiarare la loro solidità. Anche le “cugine” italiane ne hanno risentito, con Intesa Sanpaolo in calo del 12,35%, Ubi del 9,8%, Mps del 9,1%. I fondamentali economici della Francia sono migliori di quelli dell’Italia, ma non tanto cristallini da metterla al riparo dai cattivi pensieri del mercato. C’è un debito pubblico al 90% del Pil, un deficit al 7% del Prodotto nazionale, ma una bilancia commerciale negativa per il 2,5% del Pil. La disoccupazione e i sistemi di protezione sociale sono elevati, simili a quelli dell’Italia. “Tutte condizioni che potrebbero schiudere una deriva all’italiana, secondo gli investitori”, dice un operatore.