Un appuntamento ormai storico a cui non può mancare. Viene infatti invitata a far bella mostra di sé dai giovani dell’associazione culturale “Il Tocco”, per esibire il suo vestito fastoso e festoso, ma anche sfrangiato e ricucito, a rammemorare il tempo che fu. Nel cuore di questo luogo aleggia il suo spirito, e ritrova la sua identità, ogni anno diversa e identica, ma i cui connotati sono immersi nel velo del tempo, e non è facile riconoscerne i tratti, l’autentica fisionomia, non è semplice carpire i pensieri, i sentimenti, le emozioni, le speranze, le sofferenze che hanno vissuto i suoi tanti figli che vi hanno soggiornato tra misere dimore o ricche residenze, in tutti questi secoli. Eppure Lei, la signora multiforme come Proteo, accetta con gratitudine di esporre i suoi abiti, anche se il suo volto è avvolto da un foulard, per ricordare la sua origine mitica. Sciama come un alveare tra le vie strette e sinuose per riconoscere la sua vera natura, ma esclusa a tutti coloro che cercano di scrutarne in profondità la verità. Però finge di essere Lei, si immedesima in tutti i volti della gente che ammira estasiata, che si lascia andare tra musica, canti, balli, tra pantomime e funamboli, tra giullari e dame di corte, tra le luci e le ombre che albergano per due giorni all’anno questo antico borgo chiamato Motta Filocastro, assediato da gente di alto e basso borgo. Madonna Storia quest’anno ha deciso di vestirsi da autentica dama Normanna, quella che celata nello sguardo innamorato di Ruggero d’Altavilla, uomo senza schiatta e senza regno, ha conquistato primala Calabria, poi la terra che un tempo fu nomata Trinacria, per dispiegare l’impero dalla Magna Curia di Palermo, grazie al luminoso sguardo di Federico II (suo discendente), per offrirlo nelle mani di Giuditta d’Evreux la normanna, come dono di nozze. Ruggero ha amatola Calabriacome amò la sua Giuditta che gli diede fama e gloria, e decise di stabilire la capitale a Mileto, fondandola Provincia Melitana, facendone una città ricca di monumenti e palazzi, intrisa di potere e religiosità latina, abbracciando il verbo di Brunone di Colonia, lassù, tra i boschi delle Serre, tra le sacre mura della certosa, tanto da morire tra le sue braccia, nel 1101. Poi la storia prende altre rotte e naviga e corre seguendo le gesta, il valore, la violenza, la disperata lotta, la prepotenza, la pietà e la grazia, di innumerevoli suoi figli, si veste così di altre geografie, indossa abiti nuovi, si mostra anche nuda e indifesa. Ma questa è la storia ‘événementiel’, quella scritta dai vincitori, che non ha occhi per guardare le case del popolo. Un ricco programma attende, come ogni anno, questo borgo il prossimo 9 e 10 agosto, immergendo i visitatori in un’atmosfera di altri tempi e in una dimensione carica di suggestione, con la storica rievocazione (filocastrum), e con la festa della cultura popolare con canti, balli e musica della tradizione calabrese (facimu rota) presentato in una conferenza stampa sera di lunedì nella storica piazza, genius loci del “Tocco”, dal presidente dell’associazione Graziano Ciancio, con la partecipazione del sindaco dell’amministrazione comunale Francesco Crudo, dell’assessore provinciale al Turismo Gianluca Callipo e dell’assessore comunale alle Politiche sociali Ivana Limardo. Ha fatto seguito il convegno “Memorie normanne nel territorio del Poro con le relazioni di Ulderico Nisticò (I Normanni: statisti e avventurieri), don Giuseppe Blasi (Rilatinizzazione ed effetti culturali e religiosi su Tropea e Nicotera), Mirko Tassone (Una memoria normanna ancora viva: la Certosa di Serra San Bruno), Giuseppe Currà (La Provincia Militana). Ha introdotto e coordinato Corrado Antonio L’Andolina (presidente Centro studi Aramoni).