Rocco Chinnici oggi ricordato in Sicilia a 28 anni dall’omicidio

Una cerimonia commemorativa durante la quale saranno deposte corone d’alloro e resi gli onori militari. Palermo ricorda cosi’, a 28 anni dalla strage, il giudice Rocco Chinnici, ucciso con un’autobomba in via Pipitone Federico il 29 luglio del 1983 insieme ai carabinieri di scorta, il maresciallo Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, e al portiere dello stabile del magistrato Stefano Li Sacchi. Celebrata la santa messa officiata da monsignor Salvatore Grimaldi, nella chiesa di San Giacomo dei Militari all’interno della Caserma ”Dalla Chiesa”, sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia. Alla cerimonia commemorativa hanno partecipato i familiari delle vittime, tra cui Caterina Chinnici, oggi assessore regionale alla Autonomie locali, ma anche Michele Vietti, vice presidente del Csm, Nino Di Matteo, presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo; il generale di divisione Riccardo Amato, comandante della Legione carabinieri Sicilia ed il generale di brigata Teo Luzi, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo. A Misilmeri, invece, citta’ natale di Chinnici, in questi minuti nell’omonima piazza si tiene una fiaccolata e verra’ deposta una corona di fiori, mentre a Partanna, in provincia di Trapani, dove il consigliere istruttore di Palermo per 12 anni fu pretore, una corona di fiori e’ stata deposta stamani su iniziativa del Comune sul bifrontale dedicato a Chinnici e posto nel piazzale antistante gli uffici giudiziari. Chinnici, considerato il padre del Pool antimafia, che compose chiamando accanto a se’ magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello, era arrivato all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo nel maggio del 1966, come giudice istruttore. Fu tra i primi a comprendere l’importanza di seguire i flussi economici di Cosa nostra per privarla dei suoi beni e di coinvolgere i giovani nella lotta alla mafia, andando nelle scuole e parlando ai ragazzi. Per l’omicidio del giudice Chinnici, la Corte d’appello di Caltanissetta ha confermato gli ergastoli per 12 affiliati a Cosa nostra. A premere il tasto del detonatore che provoco’ l’esplosione fu Pino Greco della famiglia mafiosa di Ciaculli.