La Borsa non crede alla manovra e Milano affonda

Nella prima seduta dopo l’approvazione del provvedimento partenza in deciso calo per la Borsa di Milano: il Ftse Mib perde l’1% a 18.450 punti e il Ftse All Share lo 0,94% a 18.998 punti. In calo anche le altre Borse Europee. Il Ftse Mib dopo le prime battute scivola ulteriormente a -2,46% per poi recuperare parzialmente a -1,32%. Seduta negativa anche per le borse dell’area Asia-Pacifico, che risentono delle preoccupazioni per un eventuale default degli Stati Uniti e dei timori per una diffusione della crisi del debito ad altri paesi della zona euro. Venerdì scorso, a mercati chiusi, sono stati diffusi i risultati degli stress test su 90 banche europee, che però sembra non siano riusciti a convincere gli investitori. Questa generale situazione di incertezza ha ridotto l’appetito per il rischio degli invesitotri, portandoli a puntare su beni rifugio come l’oro, che oggi ha segnato nuovi record. La borsa di Tokyo oggi è chiusa per festività. Tra le principali piazze asiatiche, le maggiori perdite sono stati registrate da Seul, in deciso ribasso. In calo anche Hong Kong, nonostante il balzo registrato da Agricultural Bank of China, che ha trainato l’intero settore. Giù Shangai, Taiwan, che ha chiuso in ribasso dello 0,4%, e Singapore. Novità sarebbero in arrivo in Europa sul fronte bancario. I governi dei 17 paesi della zona euro prevedono la creazione di una tassa bancaria per consentire al settore privato di partecipare alle operazioni di salvataggio delle finanze della Grecia. Secondo quanto riferisce il quotidiano tedesco “Die Welt”, in edicola oggi, questa tassa dovrebbe riguardare anche le banche che non sono “direttamente impegnate in Grecia”. Lo scenario, descritto da fonti diplomatiche di alto rango, prevede anche che il settore bancario privato “contribuisca all’acquisto di obbligazioni greche”. Un vertice straordinario della zona euro è previsto giovedì a Bruxelles, con l’obiettivo urgente di mettere a punto un nuovo piano di aiuti per Atene. Ma secondo il “Die Welt”, alcuni alti esponenti del Fondo monetario internazionale hanno espresso l’auspicio che questa organizzazione non partecipi alle nuove misure di salvataggio della Grecia. Annunciata venerdì sera dal presidente del Consiglio Ue Van Rompuy, la riunione dei capi di Stato e di governo di giovedì prossimo è chiamata a discutere principalmente del secondo pacchetto di aiuti alla Grecia e in particolare il ruolo dei creditori privati, tema che vede le capitali europee in ordine sparso. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ribadito domenica la posizione di Berlino, che spinge per un intervento volontario ma significativo del settore privato, mentre il consigliere esecutivo Bce Lorenzo Bini Smaghi ha proposto che sia il fondo di stabilità Efsf a mettere a disposizione fondi per un buy-back sul secondario. Gli investitori temono che in entrambi i casi possano intervenire le agenzie di rating con un declassamento dei titoli greci a “default” che impedirebbe alla Bce di accettare debito ellenico come collaterale delle operazioni pronti contro termine. “Il mercato guarda principalmente al vertice europeo, preceduto da un clima di speculazione” spiega un operatore londinese. Superati da 82 sul totale di 90 delle banche esaminate, gli stress test Ue sembrano non bastare a convincere gli investitori circa la solidità degli istituti di credito europei di fronte alle difficoltà di finanza pubblica.