Rubygate, né il Tribunale dei ministri né quello di Monza

Il processo sul caso Ruby, che vede Silvio Berlusconi imputato per prostituzione minorile e concussione, resta a Milano. I giudici della quarta sezione penale del capoluogo lombardo hanno infatti rigettato tutte e 16 le eccezioni presentate dalla difesa, compresa quella sulla incompetenza funzionale e territoriale. Nell’analizzare nell’ordinanza le norme che regolano il Tribunale dei ministri, i giudici fatto riferimento anche all’articolo 3 della Costituzione, parlando della “uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”. Dopo la lettura dell’ordinanza, durata circa un’ora e un quarto, è stato dichiarato aperto il dibattimento a carico del presidente del Consiglio. La prossima udienza è stata fissata per il 3 ottobre. Secondo il collegio presieduto dal giudice Giulia Turri, il tribunale di Milano è competente nel giudizio e “non è consentito il proscioglimento nel merito dell’imputato”, come chiesto dalla difesa. L’ordinanza letta lunedì mattina in aula spiega che “sulla scorta del capo di imputazione il tribunale ritiene la propria competenza funzionale”, in quanto la contestata a concussione non ricade sotto la competenza del Tribunale dei ministri. Di fatto, dunque, il collegio ha rigettato la tesi prospettata dai legali del premier secondo la quale non si possono scindere le funzioni di presidente del Consiglio dalla qualità di premier nella commissione del reato. Per quanto riguarda la competenza territoriale, i giudici hanno ribadito che per il codice di procedura penale “si radica nel luogo di consumazione del reato più grave”. In questo caso la concussione, visto che “è un reato colpito con pene più pesanti” rispetto a quello di prostituzione minorile, che la stessa procura ritiene consumatosi ad Arcore, quindi nel distretto giudiziario sotto la competenza del tribunale di Monza. E per i giudici, contrariamente a quanto sostenuto dai difensori, la concussione sarebbe stata commessa a Milano perché l’utilità perseguita da Berlusconi telefonando al capo di gabinetto della questura per ottenere il rilascio di Ruby la notte tra il 27 e 28 maggio 2010 si è di fatto consumata negli uffici della questura in via Fatebenefratelli.