Sono utili i corsi di formazione professionale?

Sono milioni di euro, che lo Stato Italiano spende annualmente per i Corsi di Formazione Professionale e nessuno dice basta alla formidabile presa in giro che viene fatta ai giovani che frequentano, nessuno si muove, persino i Sindacati tacciono. L’artigianato demolito, distrutto, ancora beffato . Se nelle botteghe artigiane di una volta un ragazzo rimaneva dietro al Maestro per tre, quattro anni per imparare un mestiere, come è possibile che in mille e duecento ore, più o meno, suddivisi tra materie diverse,  con poche ore riservate per la pratica, si può imparare un mestiere? Questi giovani ignari dell’inganno,convinti di sapere, rapporto a quello che le viene insegnato, diplomati con buoni voti, perché tra l’altro nessuno viene mai bocciato, quando vanno ad offrirsi come operai nessuno li vuole, e se aprono in proprio, dopo un po’ di tempo chiudono perché non sono in grado di andare avanti. Non è possibile che dopo anni nessuno si accorge di questo sciupio, di questo spreco di miliardi senza utilità, lo sbandamento dei giovani che frequentano, che alla fine devono cambiare rotta o rimanere disoccupati tra i disoccupati. Rafforziamo le scuole Industriali, quelle scuole che gli allievi vengono preparati da gente esperta, nello spazio ragionevole di quattro o cinque anni, diamo alla nazione artigiani capaci di fare gli artigiani. Abbiamo tanta necessità di quell’artigianato ormai sparito e con tutti gli sforzi possibili, non potremo mai più avere. Certamente non sono i Corsi di Formazione che faranno gli artigiani di questo Stato, solo le botteghe artigiane potrebbero ancora preparare le nuove leve. La distruzione dell’artigianato ha avuto inizio negli anni 60, quando lo Stato si è accorto che in questo settore necessitava  una organizzazione , anche ai fini pensionistici, creando Leggi che regolano attraverso le varie Associazioni  l’obbligo dell’iscrizione all’albo. Bene, ma il punto negativo è stato quello di regolamentare anche la posizione dell’apprendistato, i rapporti tra apprendista e artigiano titolare della bottega. Non si è tenuto conto di differenziare l’apprendistato dell’industria a quello della bottega artigiana. L’apprendista dell’industria da la resa di un operaio completo , mentre quello della bottega artigiana va solo per imparare un mestiere e nulla rende al titolare, anzi spesso provoca danni. Il titolare della bottega appesantito dalle tasse non ha retto,è stato costretto ha chiudere definitivamente. Quell’artigianato che era il patrimonio, la ricchezza in particolare per alcune cittadine del Sud, quelle opere di falegnameria, intagli, sculture di marmi, di ferro battuto. Li. Dovevano badare, non si doveva perdere la conoscenza quei segreti che gli artigiani possedevano e che oggi con tutti gli sforzi non arriveremo mai a riavere.