Scommessopoli, le mani della camorra sul calcio

La Dda di Napoli ha circoscritto l’attenzione sui flussi di scommesse anomale su trenta partite, trenta incontri disputati nel corso dei campionati italiani (dalla lega pro alla serie A), ma anche in altri contesti sportivi. Trenta partite, una “scommessopoli” globale che potrebbe riguardare anche i campionati spagnoli, tedeschi, finanche sudamericani. A ricostruire le mosse investigative: l’inchiesta è quella sul clan D’Alessandro, sulla progressiva globalizzazione del fenomeno criminale applicato alle puntate e alle ipotesi di risultati combinati. Si parte dal riciclaggio dei proventi di attività illecite, si approda alla grande messinscena del calcio taroccato. Ipotesi, per il momento, che spingono gli inquirenti a convocare testi, a rileggere intercettazioni, a confrontare dati e statistiche. Flussi di puntate sospette, che non corrispondono in automatico a partite truccate, ma che rappresentano una bussola nelle mani degli investigatori. Qui, in questa storia di migliaia di euro che si spostano con un colpo di mouse, che cambiano continente grazie ad una giocata on line, ci sono alcune cose strane: le tante vittorie in zona cesarini dopo clamorosi ribaltamenti di fronte. Tecnicamente è un’inchiesta sui minuti di recupero, sul cosiddetto extra-time, come fa capire lo stesso procuratore Giovandomenico Lepore, a margine di una conferenza stampa: “Stiamo lavorando sul sistema di scommesse e su risultati cambiati negli ultimi minuti: è il nostro dovere capire il perché”, rispondendo in modo implicito alle osservazioni fatte in questi giorni dal presidente della Figc Giancarlo Abete, nei confronti del pullulare di inchieste in questi giorni. Calcio e camorra, dunque. Ci sono alcuni indagati, tra cui uno degli esponenti del circuito Intralot, a proposito di ingenti quantità di capitali riciclati dalla camorra targata clan D’Alessandro. Strana storia, quella finita al centro delle indagini napoletane. Dai monti lattari alle partite della Bundesliga, grazie al lavoro dei carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata del capitano Alessandro Amadei. Poche parole al telefono, più di un anno fa, hanno dato la stura all’inchiesta che punta a dare una spallata al sistema delle scommesse on line, che rischia di travolgere anche manager e professionisti delle puntate sul web, sempre e comunque, rigorosamente al servizio dei boss stabiesi.