Sabrina Misseri deve stare in carcere in quanto pericolosa

IL 26 agosto sarà un anno dalla morte della povera Sara Scazzi e l’assassina Sabrina Misseri continua a negare anche di fronte all’evidenza delle tantissime prove prodotte dagli inquirenti così come la madre Mimina. Fa specie che non sovvenga in loro un attimo di coscienza e confessino accettando di scontare la pena in carcere che è poca cosa in confronto al reato che hanno commesso. Difficile comprendere poi come Sabrina insista attraverso i suoi legali a chiedere la scarcerazione quando è stata definita dagli inquirenti “pericolosa”. L’ennesima richiesta di libertà è stata rinviata al 30 giugno presso il tribunale del Riesame di Taranto chiamato ad esaminare per la seconda volta il ricorso dei difensori di Sabrina Misseri finalizzato alla sua scarcerazione. Il rinvio si è reso necessario per l’assenza di alcuni atti di indagine della procura nel fascicolo all’esame dei giudici. Nel corso dell’udienza, svoltasi a porte chiuse, la pubblica accusa ha chiesto l’inammissibilità del ricorso della difesa di Sabrina per “carenza di interesse”, perché nei confronti di Sabrina Misseri il 26 maggio scorso è stata eseguita una seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere che supererebbe – a giudizio dei pm – i motivi contenuti nel primo provvedimento restrittivo dell’ottobre 2010. In subordine, la procura ha chiesto il rinvio dell’udienza perché nel fascicolo all’esame del tribunale mancano alcuni atti di indagine ritenuti importanti, quale ad esempio la testimonianza di Mariangela Spagnoletti, amica di Sabrina. Il tribunale ha quindi disposto il rinvio al 30 giugno in attesa che il fascicolo da esaminare venga completato con gli atti mancanti. Sabrina Misseri è in carcere dal 15 ottobre dello scorso anno. Nel provvedimento impugnato è accusata di sequestro di persona e di concorso, assieme al padre Michele, nell’omicidio della cugina quindicenne, uccisa ad Avetrana il 26 agosto 2010. Nei giorni scorsi a Sabrina è stata notificata in carcere un’altra ordinanza di custodia cautelare nella quale la giovane è accusata di essere l’esecutrice materiale del delitto e di aver concorso nella soppressione del cadavere di Sara assieme al padre (tornato il libertà) e alla madre Cosima. Quest’ultima è ora in carcere con l’accusa di aver anche concorso moralmente nel delitto.