Gioia Tauro non vota al ballottaggio per protesta

Appuntamento alle ore 08:30 tra i sindacati ed i vertici della Medcenter Container Terminal per affrontare le vicende dello scalo di Gioia Tauro alla luce dei vertici catanzaresi con la Regione Calabria. La Mct ha visto andare via dal Porto diverse compagnie di navigazione, alcune delle quali dirottate per problemi di congestione, e adesso si trova con la sola Msc, dopo che il colosso Maersk, che movimentava anche una serie di operazioni in grado di far lavorare anche la micro logistica sviluppatesi negli anni, ha deciso di puntare su Genova e Malta. Il porto calabrese con un solo vettore non riuscirebbe certamente a tornare ai livelli pre crisi, anche perché la compagnia di Aponte, a cui bisogna riconoscere il merito di mandare avanti la baracca, avrà un forte potere sul terminalista. Com’è anche assurda la situazione del retroporto mai entrato in funzione con fondi ingentissimi sperperati; tre aree industriali ma che di industriale hanno ben poco; una logistica sviluppata a stento con i treni che sembrano aver “saltato” definitivamente Gioia Tauro (tranne alcune fiorenti realtà dell’area dell’interporto). E intanto monta la protesta dei portuali che continuano a stazionare davanti al gate di ingresso per raccogliere le tessere elettorali (circa 500 fino ad ora). Obiettivo non partecipare in massa al ballottaggio per le provinciali e mandare un forte messaggio a chi governa, un messaggio di denuncia della poca concretezza sul destino di oltre 3 mila famiglie che ruotano intorno al mega porto di Gioia Tauro, unica vera industria della Calabria.

Pasquale Patamia